05 Dic Rosso
Drammaturgia e regia gruppo Uror / Evelina Rosselli, Caterina Rossi
con Evelina Rosselli, Rebecca Sisti
scene Laura Landi
costumi Valeria Forconi
light designer Camilla Piccioni
sound designer Gilberto Bartoloni
video Elena Incarnati
realizzazione maschere Caterina Rossi
grafica Jacopo Ernesto Gasparrini
una produzione PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe
e con il sostegno di Teatro Vascello/la Fabbrica dell’Attore e Carrozzerie | n.o.t
con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale
con il contributo del Mic – Ministero della Cultura
Presentazione primo studio al festival Contemporaneo futuro – aprile 2023
Non si può rimuovere dalla memoria collettiva la storia di Cappuccetto Rosso, ma è possibile riscriverla, ricodificarla. Il lavoro, distanziandosi dalla versione popolare della favola, ne riconfigura la narrazione secondo tematiche nuove, stravolgendo ciò che la contemporaneità, finora, ha conservato di questa vecchia storia.
Tre figure affiorano dall’ombra: un burattino, la sua animatrice, una performer. Avendo appreso della morte imminente di sua nonna, Rosso – il burattino – si incammina nel buio nel tentativo di liberarla dal giogo della Fine. Qui avviene l’incontro con la metamorfosi, con creature in trasformazione, soggette alla ciclicità dei corpi, che nascono e muoiono, e che, una volta morte, generano altra vita.
Il lavoro indaga il binomio organico/inorganico, generato dalla contrapposizione tra la carne viva dell’umano e la carne morta del burattino, che pure, possiamo dire, vive. Respira, cammina, si perde, cerca, lotta.
Rosso mette in luce il mistero, scandaglia l’insondabile dell’inorganico che si fa vivo: può un burattino esperire la morte?
Forse sì. E forse, per Rosso, la morte non segna un ostacolo, quanto piuttosto una guida per l’esistere.
Gruppo UROR
Il Gruppo UROR nasce dall’incontro tra Evelina Rosselli e Caterina Rossi, avvenuto durante gli anni dell’Accademia. Sebbene il nucleo si componga di due elementi fissi, il gruppo di lavoro è estensibile: di volta in volta, a seconda del percorso performativo del progetto intrapreso, si contamina con personalità artistiche differenti che portano prospetti di visione diversi.
Le origini del Gruppo UROR si radicano negli studi filosofici e letterari, musicali e artigianali (Evelina proviene dalla musica, Caterina dall’artigianato) e si proiettano verso l’ambito performativo, alla ricerca di
un linguaggio capace di farsi corpo-testimone del mistero racchiuso all’interno della rappresentazione, un mistero che si genera sia all’interno dello spazio abitato dai performer, che tra performer e sguardo del pubblico. La ricerca si orienta verso ciò che della realtà ci sbigottisce e lascia sgomente: gli archetipi emotivi umani, gli arcani racchiusi nelle favole, che conservano un legame fortissimo con le stru8ure della violenza nella contemporaneità, le forma delle stru8ure oniriche inconsce e i linguaggi nascosti dell’anima. Tutto questo si traduce nel lavoro sul corpo, sulla maschera, sulla luce, sulla figura, sul suono e sulla materia.
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