Mario Martone ha cominciato a lavorare a Napoli nel 1977, nel clima delle avanguardie di quel periodo, fondando il gruppo Falso Movimento e realizzando spettacoli che fondevano gli elementi del teatro, del cinema, della musica e delle arti visive come Tango Glaciale (1982), Il desiderio preso per la coda da Picasso (1985), Ritorno ad Alphaville da Godard (1986), tutti destinati a lunghe tournée internazionali. Dieci anni dopo ha dato vita a “Teatri Uniti”, una compagnia tesa all’incontro tra gli artisti napoletani della nuova generazione, con cui ha realizzato anche i suoi film da indipendente. Il suo primo lungometraggio, Morte di un matematico napoletano, ha vinto il Gran Premio della Giuria a Venezia nel ’92. L’amore molesto (1995), Teatro di guerra (1998) e L’odore del sangue (2003) sono stati tutti presentati a Cannes; Noi credevamo (2010) ha vinto sette David di Donatello tra cui quello per il miglior film; il suo film Il giovane favoloso (2014) dedicato a Giacomo Leopardi è stato il film italiano più visto della stagione. Con Capri-Revolution (2018) ha completato un’ideale trilogia ambientata nel passato.
Ha realizzato numerosi documentari e cortometraggi e ha filmato alcuni lavori teatrali tra cui lo spettacolo-manifesto di “Teatri Uniti” Rasoi, su testi di Enzo Moscato. Tra le sue regie: Filottete di Sofocle (1987), Riccardo II di Shakespeare (1993), Terremoto con madre e figlia di Fabrizia Ramondino (1994), I sette contro Tebe di Eschilo (1996), Edipo Re (2000) e Edipo a Colono (2004) di Sofocle, I dieci comandamenti di Raffaele Viviani (2000), L’opera segreta di Enzo Moscato (2005), Falstaff, un laboratorio napoletano da Shakespeare (2007) e, nel repertorio lirico, l’intera trilogia Mozart-Da Ponte al San Carlo di Napoli (da Così fan tutte ripreso anche a Ferrara nel 2000 e 2004 con Claudio Abbado, al Don Giovanni nel 2002, a Nozze di Figaro nel 2006), Lulu di Berg a Palermo (2001), Matilde di Shabran, Torvaldo e Dorliska e Aureliano in Palmira di Rossini al ROF di Pesaro (2004-2006-2014), Un ballo in maschera di Verdi con Antonio Pappano a Londra (2005), Antigone di Ivan Fedele al Maggio Musicale di Firenze (2007), Falstaff di Verdi a Parigi (2008), Otello di Verdi a Tokyo (2009) Cavalleria rusticana/Pagliacci di Mascagni/Leoncavallo (2011), Luisa Miller di Verdi (2012) alla Scala di Milano, Fidelio musica di Beethoven (2011) direttore d’orchestra Gianandrea Noseda al Regio di Torino, Oberto conte di San Bonifacio di Giuseppe Verdi (2013) alla Scala. Nella basilica dell’Ara Coeli di Roma ha diretto due opere della trilogia di Britten: Curlew River e Prodigal Son dirette da James Conlon e prodotte dal Teatro dell’Opera di Roma. Ha ricevuto numerosi premi nei suoi diversi ambiti di lavoro, dai David di Donatello per tre dei suoi film ai Premi della critica teatrale, dal premio Abbiati per l’opera lirica al premio Ubu per il suo impegno nel rinnovamento del Teatro di Roma, istituzione che ha diretto tra il 1999 e il 2000 e dove ha compiuto un lavoro di radicale cambiamento della programmazione, aprendo alle altre arti e alle nuove espressioni sceniche e fondando un teatro, l’India, ricavato da una vecchia fabbrica in disuso sul Lungotevere. Successivamente ha contribuito all’evoluzione del Mercadante come Teatro Stabile di Napoli, facendo parte per tre anni del suo comitato artistico; in questa veste ha realizzato il progetto Petrolio dal romanzo di Pier Paolo Pasolini (2004).
Dal 2007 al 2017 Martone è direttore del Teatro Stabile di Torino, per il quale ha ideato con Fabrizio Arcuri il festival di teatro contemporaneo Prospettiva e messo in scena, la prima volta nel 2011, le Operette morali di Giacomo Leopardi, entrambi premi Ubu. Sempre per lo Stabile di Torino nel gennaio 2013 ha diretto La serata a Colono di Elsa Morante, pluripremiato spettacolo interpretato da Carlo Cecchi. Il 24 febbraio 2015 ha debuttato in prima assoluta al Teatro Carignano di Torino Carmen di Enzo Moscato. Nel 2016 Martone ha diretto per il Teatro Stabile di Torino Morte di Danton, che ha debuttato il 9 febbraio 2016.
Il 30 novembre 2016 Mario Martone ha debuttato all’Opera Bastille di Parigi, dove ha diretto il riallestimento di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e la nuova produzione Sancta Susanna di Paul Hindemith. Nel 2017 apre la stagione del Teatro alla Scala con la regia di Andrea Chénier con la direzione musicale di Riccardo Chailly mentre nel 2018 firma la regia di una nuova produzione del Falstaff per lo Staatsoper Unter den Linden di Berlino, con la direzione musicale di Daniel Barenboim. Nel 2019 Martone torna alla Scala con la regia di Kovanchina diretta da Valery Gergiev, con cui vince il Premio Abbiati 2020 come Miglior Spettacolo.
Nel 2017 Mario Martone lavora alla sua prima regia dal teatro di Eduardo De Filippo con Il sindaco del Rione Sanità. Martone vuole il debutto di quest’ultimo spettacolo nel piccolissimo teatro Nest di San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli, che lo coproduceva, e i cui giovani attori, a cominciare da Francesco Di Leva, lo interpretavano. È il momento del passaggio dalla lunga esperienza torinese al ritorno a Napoli, dove, a venticinque anni di distanza dalla prima con Teatri Uniti, realizza una seconda trilogia cinematografica ambientata nella città: Il sindaco del rione Sanità (tratto dallo stesso spettacolo), Qui rido io con Toni Servillo sulla figura di Eduardo Scarpetta e Nostalgia, con Pierfrancesco Favino.
Nel 2018 il Museo Madre di Napoli gli dedica un’ampia mostra retrospettiva, per la quale Martone immagina un allestimento fluxus, con quattro schermi su cui viene proiettato un montaggio totalmente libero dei suoi lavori tra teatro, cinema, opera.
È intenso il suo lavoro anche negli anni del Covid: nei teatri chiusi per il lockdown, realizza, con l’Opera di Roma e Raicultura, tre film-opera (Il barbiere di Siviglia, La Traviata, Bohème) in una forma radicalmente innovativa rispetto a quella tradizionale in cui normalmente la musica fa da base, filmando i cantanti e l’orchestra proprio durante la loro performance musicale e vocale. Sono del 2021 la messa in scena dell’adattamento di Ippolita di Majo dal romanzo di Goliarda Sapienza Il filo di mezzogiorno e dell’Otello di Verdi al Teatro San Carlo di Napoli. Nel 2022 realizza per il Teatro alla Scala la regia di Fedora di Umberto Giordano e di Rigoletto di Giuseppe Verdi.
Il suo lavoro più recente è Laggiù qualcuno mi ama, film-documentario su Massimo Troisi, appena presentato al Festival di Berlino.