Mario Martone


regia

Mario Martone ha cominciato a lavorare a Napoli nel 1977, nel clima delle avanguardie di quel periodo, fondando il gruppo Falso Movimento e realizzando spettacoli che fondevano gli elementi del teatro, del cinema, della musica e delle arti visive come Tango Glaciale (1982), Il desiderio preso per la coda da Picasso (1985), Ritorno ad Alphaville da Godard (1986), tutti destinati a lunghe tournée internazionali. Dieci anni dopo ha dato vita a “Teatri Uniti”, una compagnia tesa all’incontro tra gli artisti napoletani della nuova generazione, con cui ha realizzato anche i suoi film da indipendente. Il suo primo lungometraggio, Morte di un matematico napoletano, ha vinto il Gran Premio della Giuria a Venezia nel ’92. L’amore molesto (1995), Teatro di guerra (1998) e L’odore del sangue (2003) sono stati tutti presentati a Cannes; Noi credevamo (2010) ha vinto sette David di Donatello tra cui quello per il miglior film; il suo  film Il giovane favoloso (2014) dedicato a Giacomo Leopardi è stato il film italiano più visto della stagione. Con Capri-Revolution (2018) ha completato un’ideale trilogia ambientata nel passato.
Ha realizzato numerosi documentari e cortometraggi e ha filmato alcuni lavori teatrali tra cui lo spettacolo-manifesto di “Teatri Uniti” Rasoi, su testi di Enzo Moscato. Tra le sue regie: Filottete di Sofocle (1987), Riccardo II di Shakespeare (1993), Terremoto con madre e figlia di Fabrizia Ramondino (1994), I sette contro Tebe di Eschilo (1996), Edipo Re (2000) e Edipo a Colono (2004) di Sofocle, I dieci comandamenti di Raffaele Viviani (2000), L’opera segreta di Enzo Moscato (2005), Falstaff, un laboratorio napoletano da Shakespeare (2007) e, nel repertorio lirico, l’intera trilogia Mozart-Da Ponte al San Carlo di Napoli (da Così fan tutte ripreso anche a Ferrara nel 2000 e 2004 con Claudio Abbado, al Don Giovanni nel 2002, a Nozze di Figaro nel 2006), Lulu di Berg a Palermo (2001), Matilde di Shabran, Torvaldo e Dorliska e Aureliano in Palmira di Rossini al ROF di Pesaro (2004-2006-2014), Un ballo in maschera di Verdi con Antonio Pappano a Londra (2005), Antigone di Ivan Fedele al Maggio Musicale di Firenze (2007), Falstaff di Verdi a Parigi (2008), Otello di Verdi a Tokyo (2009) Cavalleria rusticana/Pagliacci di Mascagni/Leoncavallo (2011), Luisa Miller di Verdi (2012) alla Scala di Milano, Fidelio musica di Beethoven (2011) direttore d’orchestra Gianandrea Noseda al Regio di Torino, Oberto conte di San Bonifacio di Giuseppe Verdi (2013) alla Scala. Nella basilica dell’Ara Coeli di Roma ha diretto due opere della trilogia di Britten: Curlew River e Prodigal Son dirette da James Conlon e prodotte dal Teatro dell’Opera di Roma. Ha ricevuto numerosi premi nei suoi diversi ambiti di lavoro, dai David di Donatello per tre dei suoi film ai Premi della critica teatrale, dal premio Abbiati per l’opera lirica al premio Ubu per il suo impegno nel rinnovamento del Teatro di Roma, istituzione che ha diretto tra il 1999 e il 2000 e dove ha compiuto un lavoro di radicale cambiamento della programmazione, aprendo alle altre arti e alle nuove espressioni sceniche e fondando un teatro, l’India, ricavato da una vecchia fabbrica in disuso sul Lungotevere. Successivamente ha contribuito all’evoluzione del Mercadante come Teatro Stabile di Napoli, facendo parte per tre anni del suo comitato artistico; in questa veste ha realizzato il progetto Petrolio dal romanzo di Pier Paolo Pasolini (2004).

Dal 2007 al 2017 Martone è direttore del Teatro Stabile di Torino, per il quale ha ideato con Fabrizio Arcuri il festival di teatro contemporaneo Prospettiva e messo in scena, la prima volta nel 2011, le Operette morali di Giacomo Leopardi, entrambi premi Ubu. Sempre per lo Stabile di Torino nel gennaio 2013 ha diretto La serata a Colono di Elsa Morante, pluripremiato spettacolo interpretato da Carlo Cecchi. Il 24 febbraio 2015 ha debuttato in prima assoluta al Teatro Carignano di Torino Carmen di Enzo Moscato. Nel 2016 Martone ha diretto per il Teatro Stabile di Torino Morte di Danton, che ha debuttato il 9 febbraio 2016.
Il 30 novembre 2016 Mario Martone ha debuttato all’Opera Bastille di Parigi, dove ha diretto il riallestimento di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e la nuova produzione Sancta Susanna di Paul Hindemith. Nel 2017 apre la stagione del Teatro alla Scala con la regia di Andrea Chénier con la direzione musicale di Riccardo Chailly mentre nel 2018 firma la regia di una nuova produzione del Falstaff per lo Staatsoper Unter den Linden di Berlino, con la direzione musicale di Daniel Barenboim. Nel 2019 Martone torna alla Scala con la regia di Kovanchina diretta da Valery Gergiev, con cui vince il Premio Abbiati 2020 come Miglior Spettacolo.
Nel 2017 Mario Martone lavora alla sua prima regia dal teatro di Eduardo De Filippo con Il sindaco del Rione Sanità. Martone vuole il debutto di quest’ultimo spettacolo nel piccolissimo teatro Nest di San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli, che lo coproduceva, e i cui giovani attori, a cominciare da Francesco Di Leva, lo interpretavano. È il momento del passaggio dalla lunga esperienza torinese al ritorno a Napoli, dove, a venticinque anni di distanza dalla prima con Teatri Uniti, realizza una seconda trilogia cinematografica ambientata nella città: Il sindaco del rione Sanità (tratto dallo stesso spettacolo), Qui rido io con Toni Servillo sulla figura di Eduardo Scarpetta e Nostalgia, con Pierfrancesco Favino.
Nel 2018 il Museo Madre di Napoli gli dedica un’ampia mostra retrospettiva, per la quale Martone immagina un allestimento fluxus, con quattro schermi su cui viene proiettato un montaggio totalmente libero dei suoi lavori tra teatro, cinema, opera.
È intenso il suo lavoro anche negli anni del Covid: nei teatri chiusi per il lockdown, realizza, con l’Opera di Roma e Raicultura, tre film-opera (Il barbiere di Siviglia, La Traviata, Bohème) in una forma radicalmente innovativa rispetto a quella tradizionale in cui normalmente  la musica fa da base, filmando i cantanti e l’orchestra proprio durante la loro performance musicale e vocale.  Sono del 2021 la messa in scena dell’adattamento di Ippolita di Majo dal romanzo di Goliarda Sapienza Il filo di mezzogiorno e dell’Otello di Verdi al Teatro San Carlo di Napoli. Nel 2022 realizza per il Teatro alla Scala la regia di Fedora di Umberto Giordano e di Rigoletto di Giuseppe Verdi.
Il suo lavoro più recente è Laggiù qualcuno mi ama, film-documentario su Massimo Troisi, appena presentato al Festival di Berlino.

Stanza con compositore, donne, strumenti musicali, ragazzo

di Fabrizia Ramondino
regia e scene Mario Martone
con la collaborazione di Ippolita di Majo

con Lino Musella, Iaia Forte, Tania Garribba, Totò Onnis, India Santella, Matteo De Luca

costumi Ortensia De Francesco
luci Cesare Accetta
con i contributi di Ernesto Tatafiore (strumenti musicali), Pasquale Scialò (sinfonia degli attacchi), Anna Redi (tango)

assistente alle scene Mauro Rea
assistente ai costumi Federica Del Gaudio
assistente alla regia tirocinante Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa” Sharon Amato
assistente alla regia volontario Gianluca Bonagura
direttore di scena Domenico Riso
macchinista Nunzio Romano
fonico Italo Buonsenso
elettricista Samos Santella
sarta Roberta Mattera
foto di scena Mario Spada
i diritti dell’opera sono concessi da Zachar International, Milano
si ringrazia per la collaborazione Pietro Tatafiore 

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

Prima rappresentazione Teatro San Ferdinando di Napoli, 5 maggio 2023

Il filo di mezzogiorno

di Goliarda Sapienza
adattamento Ippolita di Majo
regia Mario Martone
con Donatella Finocchiaro, Roberto De Francesco

scene Carmine Guarino
costumi Ortensia De Francesco
luci Cesare Accetta
aiuto regia Ippolita di Majo
assistente alla regia Sharon Amato
foto di scena Mario Spada

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale

Prima rappresentazione                                                                                                     Teatro India – Teatro di Roma, 20 maggio 2021

Tango Glaciale Reloaded

Progetto, Scene e Regia M​ario Martone
Riallestimento a cura di R​affaele Di Florio ​e A​nna Redi
Elaborazioni videografiche A​lessandro Papa
Con J​ozef Gjura, Giulia Odetto, Filippo Porro
Interventi pittorici/Design L​ino Fiorito
Ambientazioni Grafiche/Cartoons D​aniele Bigliardo
Parti cinematografiche/Aiuto–Regia A​ngelo Curti, Pasquale Mari
Elaborazione della colonna sonora D​aghi Rondanini
Costumi E​rnesto Esposito
Produzione F​ondazione Teatro Di NapoliTeatro Bellini, Fondazione Nazionale Della Danza Aterballetto
Riallestimento nell’ambito del Progetto Ric.Ci Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni Ottanta/Novanta (​Ideazione E Direzione Artistica Marinella Guatterini​)
In coproduzione con F​ondazione Ravenna Manifestazioni
Con il sostegno di Torinodanza Festival | Teatro Stabile Di Torino – Teatro Nazionale
In collaborazione con A​Mat–Associazione Marchigiana Attività Teatrali, Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura, Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, Fondazione Milano – Civica Scuola Di Teatro “Paolo Grassi”

Anteprima Nazionale
P​iccolo Bellini, Napoli Dal 16 Al 28 Gennaio 2018

Prima Rappresentazione
Teatro Alighieri, Ravenna 1 Luglio 2018, nell’ambito della XXIX Edizione di Ravenna Festival

Il sindaco del rione Sanità

di Eduardo De Filippo
regia Mario Martone

con Francesco Di Leva, Giovanni Ludeno, Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino, Daniela Ioia,
Gennaro Di Colandrea, Viviana Cangiano, Salvatore Presutto, Lucienne Perreca, Mimmo Esposito, Morena Di Leva, Ralph P, Armando De Giulio, Daniele Baselice
con la partecipazione di Massimiliano Gallo
scene Carmine Guarino, costumi Giovanna Napolitano
luci Cesare Accetta, musiche originali Ralph P
regista collaboratore Giuseppe Miale Di Mauro
assistente scenografo Mauro Rea
laboratorio scenografico Retroscena
capo elettricista Giuseppe Di Lorenzo
fotografie Mario Spada
manifesto Carmine Luino
produzione Elledieffe, NEST Napoli Est Teatro, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

Napoli, NEST – Napoli Est Teatro, 6 marzo 2017

Morte di Danton

di Georg Büchner

traduzione Anita Raja

regia e scene Mario Martone

con (in ordine alfabetico) Giuseppe Battiston, Fausto Cabra, Giovanni Calcagno, Michelangelo Dalisi, Roberto De Francesco, Francesco Di Leva, Pietro Faiella,
Denis Fasolo, Gianluigi Fogacci, Iaia Forte, Paolo Graziosi, Ernesto Mahieux,
Carmine Paternoster, Irene Petris, Paolo Pierobon, Mario Pirrello, Alfonso Santagata,
Massimiliano Speziani, Luciana Zazzera, Roberto Zibetti
e con Matteo Baiardi, Vittorio Camarota, Christian Di Filippo, Claudia Gambino, Giusy Emanuela Iannone, Camilla Nigro, Gloria Restuccia, Marcello Spinetta, Beatrice Vecchione

costumi Ursula Patzak
luci Pasquale Mari
suono Hubert Westkemper
registi collaboratori Alfonso Santagata e Paola Rota
scenografo collaboratore Gianni Murru

Teatri Stabile di Torino – Teatro Nazionale

La serata a Colono

di Elsa Morante
regia e scene: Mario Martone
luci: Pasquale Mari
musiche: Nicola Piovani
fondale: Sergio Tramonti
suono: Hubert Westkemper
costumi: Ursula Patzak
aiuto regia: Paolo Rota
interpreti: Carlo Cecchi, Antonia Truppo, Angelica Ippolito, Giovanni Calcagno, Salvatore Caruso, Dario Iubatti, Giovanni Ludeno, Rino Marino, Paolo Musio, Franco Ravera, Victor Cappello, Vincenzo Ferrera, Totò Onnis, Rino Marino, Francesco De Giorgi (tastierista), Andrea Toselli (percussionista)
coproduzione: Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Teatro di Roma, Teatro Stabile delle Marche
Torino, Teatro Carignano, 15 gennaio 2013
Premio Ennio Flaiano 2013 a Mario Martone per la regia

Operette morali

di Giacomo Leopardi
adattamento e regia: Mario Martone
scene: Mimmo Paladino
costumi: Ursula Patzak
luci: Pasquale Mari
suoni: Hubert Westkemper
drammaturgia: Ippolita di Majo
aiuto regia: Paola Rota
scenografo collaboratore: Nicolas Bovey
musica per il coro di morti nello studio Federico Ruysch: Giorgio Battistelli (Casa Ricordi, Milano), esecuzione Coro del Teatro San Carlo diretto da Salvatore Caputo
interpreti: Renato Carpentieri, Marco Cavicchioli, Roberto De Francesco, Maurizio Donadoni, Giovanni Ludeno, Paolo Musio, Totò Onnis, Barbara Volmorin
produzione: Fondazione del Teatro Stabile di Torino
Torino, Teatro Gobetti, 22 marzo 2011
(Ripresa, Torino, Teatro Carignano, 11 aprile 2014)
Premio Ubu per il teatro 2011 – a Mario Martone per la miglior regia; Premio «La Ginestra» 2011; «Premio dello spettatore 2012» Teatri di Vita di Bologna.

Io, Clitemnestra. Il verdetto

drammaturgia: Valeria Parrella
ideazione e regia: Cristina Donadio
spazio: Mario Martone
luci: Pasquale Mari
film: Francesco Patierno
costumi: Alessio Visone
interpreti: Cristina Donadio, Antonio Buonomo, Benedetta Bottino
e con: Gianfranco Lettera, Francesca Palumbo, Antonio Gargiulo
Napoli, Teatro Mercadante, Sala Ridotto, 5 febbraio 2007

Falstaff. Un laboratorio napoletano

dai drammi di William Shakespeare:
Riccardo II (I, 3 – traduzione di Enzo Moscato);
Enrico IV, parte prima (I, 2; II, 1, 2, 4,; III, 3;IV 2, 3; V, 4)
Enrico IV, parte seconda (II, 1, 2, 4; III, 2; IV, 5; V, 3, 4)
Enrico V (II, 1, 3)
Per Enrico IV (parti prima e seconda) ed Enrico V, la traduzione è stata elaborata collettivamente nell’ambito del laboratorio teatrale dell’Istituo Minorile di Nisida.
Lo spettacolo nasce da un corso di formazione per giovani attori e dalla collaborazione con l’Istituto Minorile di Nisida.
Regia: Mario Martone
interpreti: Renato Carpentieri, Lorenzo Gleijeses, Danilo Rovani, Gino De Luca, Angelo Borruto, Nino Bruno, Rocco Caprano, Vittorio Cipollaro, Gennaro Di Gennaro, Vito Esposito, Elana Fattorusso, Alberto Ferraro, Pasquale Ioffredo, Demi Licata, Alessio Paone, Valeria Sacchi, Michele Schiano, Di cola
e con la partecipazione di Anna Redi
regista collaboratore: Raffaele Di Florio
luci: Cesare Accetta
musiche: Daniele Sepe
costumi: Daniela Salernitano
direttore di scena: Grazia Pagetta
assistente alla regia: Raffaella Pontarelli
collaborazione organizzativa: Pav
Si ringraziano Gigi De Luca, Gianluca Guida, Hubert Westkemper
Un ringraziamento particolare a Enzo Moscato
produzione: Mercadante Teatro Stabile di Napoli – Teatro Festival Italia
Napoli, Teatro San Ferdinando, 19 dicembre 2008.

L’opera segreta

trittico da L’opera segreta e Partitura di Enzo Moscato
ideazione, regia, scene: Mario Martone
costumi: Ursula Patzak
luci: Cesare Accetta
regista e scenografo assistente: Raffaele Di Florio
assistente alla regia: Antonello Cossia
delegato di produzione: Claudia Di Giacomo
spettacolo composto da:
Caravaggio, l’ultimo tempo (film) con Alessandro Abate, voce Danio Manfredini, testi di Anna Maria Ortese rielaborati da Enzo Moscato ne L’opera segreta, fotografia Cesare Accetta, montaggio Ilaria De Laurentis, operatore Reanud Personnaz, montaggio del suono Silvia Moraes, promosso e patrocinato dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano, Regione Campania, Banca Intesa, prodotto da Pav snc (Italia, 2004, colore, dur. 40 min.). La città involontaria da Anna Maria Ortese, con Claudia Abbate, Annalisa Arbolino, Peppe Bosone, Fulvia Carotenuto, Gino Curcione, Enza Di Blasio, Francesco Di Leva, Giovanna Giuliani, Gianfelice Imparato, Angela Pagano, Anna Redi, Emanuele Valenti, Luciana Zazzera, il piccole Enzo Troise.
Voce alla radio: Enzo Moscato
‘A ginestra ‘e pontone, da Partitura con Enzo Moscato e Roberto De Francesco
produzione: Teatro Stabile di Napoli
Napoli, Teatro Mercadante, 21 dicembre 2004

Edipo a Colono

di Sofocle
traduzione: Guido Paduano
regia: Mario Martone
scene: Mimmo Paladino
luci: Pasquale Mari
regista assistente: Andrea De Rosa
regista e scenografo assistente: Raffaele Di Florio
assistente ai costumi: Youssef Tayamoun
interpreti: Toni Bertorelli, Valerio Binasco, Elena Bucci, Monica Piseddu, Andrea Renzi, Gianfranco Varetto
e con: Giovanni Calcagno, Davide Compagnone, Francesca Cutolo, Daria Deflorian, Raffaele Di Florio, Roberto Latini, Giovanni Ludeno, Maria Grazia Mandruzzato, Maria Teresa Martuscelli, Gianfranco Quero, Mario Raffaele, Salvatore Ragusa
produzione: Teatro di Roma
Roma, Teatro India, 4 maggio 2004
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Laboratorio sul ``Don Giovanni``

diretto da: Mario Martone
in collaborazione con: Lucianna De Falco, Andrea De Rosa, Raffaele Di Florio, Loredana Putignani, Anna Redi, Giovanna Summo
musiche eseguite da: Roberto Moreschi
con: Roberto Albin, Giovanni Calcagno, Ornella Cascinelli, Davide Compagnone, Gino De Luca, Marlene Di Costanzo, Francesco Di Leva, Francesca Di Nicola, Claudia Donzelli, Alessandra Fabbri, Gabriella Gasparri, Diana Höbel, Francesco Marino, Gianluca Morini, Benedetto Sicca
produzione: Fondazione La Colombaia di Luchino Visconti
organizzazione e cura: Associazione PAV di Claudia Di Giacomo e Roberta Scaglione
Forio d’Ischia, Villa La Colombaia di Luchino Visconti, 28 settembre 2002

I dieci comandamenti

di Raffaele Viviani
regia e scene: Mario Martone
musiche: Raffaele Viviani
elaborate da: Daniele Sepe
costumi: Ursula Patzack
luci: Gino Potini
regista e scenografo assistente: Raffaele Di Florio
con: Salvatore Cantalupo, Ciro Capano, Fulvia Carotenuto, Lucianna De Falco, Enza Di Blasio, Gianfelice Imparato, Marco Manchisi, Graziella Marina, Nello Mascia, Anna Redi, Danilo Rovani, Emi Salvador, Teresa Saponangelo, Mario Scarpetta, Enzo Troise, Luciana Zazzera, Rosario Zazzera
voce registrata di Leo De Berardinis
musicisti: Enrico Del Gaudio, Armanda Desidery, Daniele Esposito, Massimo Ferrante, Guglielmo Grillo, Daniele Sepe, Lello Settembre
produzione: Teatro di Roma
Roma, Teatro Argentina 12 dicembre 2000

Edipo Re

di Sofocle
traduzione: Guido Paduano
regia: Mario Martone
scene: Mimmo Paladino
costumi: Ortensia De Francesco
luci: Pasquale Mari
aiuto regia: Andrea De Rosa
con: Claudio Morganti, Franco Pistoni, Loredana Putignani, Toni Servillo, Carlo Cecchi, Licia Maglietta, Aldo Puglisi, Salvatore Cantalupo, Merita Xhani
e con: Maurizio Bizzi, Mohamed Bouqssim, Kasim Cizmic, Razija Cizmic, Adriana Deacu, Daria Deflorian, Elina Mohammed Hassan, Maria Izzo, Baki Kaya, Svetlana Kevral, Stafano Mancini, Suhail Ahamad Mohammad, Mouhamadou Abib Seck, Azim Sejdic, Safet Sejdic, Benedetto Simonelli, Bruna Tolli, Emiliano Vitolo, Simone Mariani, Stefano Venturi, Marin Tanasache
produzione: Teatro di Roma
Roma, Teatro Argentina 28 marzo 2000
Premio Ubu per la scenografia

I sette contro Tebe

di Eschilo
traduzione: Edoardo Sanguineti
adattamento: Mario Martone
regia: Mario Martone, Andrea Renzi
scene: Sergio Tramonti
luci: Pasquale Mari
costumi: Ortensia De Francesco
musiche dal vivo: Adriano Casale
suono: Daghi Rondanini
aiuto regia: Alessandro Dionisio, Andrea De Rosa
con: Marco Baliani, Anna Bonaiuto, Roberto De Francesco, Andrea Renzi, Vincenzo Saggese, Maurizio Bizzi, Antonello Cossia, Salvatore Cantalupo, Lucia Vitrone, Giovanna Giuliani, Francesca Cutolo
produzione: Teatri Uniti
Napoli, Teatro Nuovo 19 dicembre 1996

L’HISTOIRE DU SOLDAT

 

di Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti, Giulio Paradisi
regia e scene: Giorgio Barberio Corsetti, Gigi Dall’Aglio, Mario Martone
costumi: Elena Mannini
musiche: Alessandro Nidi
luci: Pasquale Mari
con: Ninetto Davoli, Renato Carpentieri, Lorenzo Alessandri, Maurizio Bizzi, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Marcello Colasurdo, Gino Curcione, Alessandro Lanza, Walter Leonardi, Gaetano Mosca, Tania Rocchetta, Anna Romano, Federica Santoro, Marcello Vazzoler
produzione: Teatro Stabile di Parma-Teatro Stabile dell’Umbria-Festival d’Avignon in collaborazione con Compagnia Teatrale Giorgio Barberio Corsetti, Teatri Uniti
Avignone, Théâtre Municipal, 12 luglio 1995

Terremoto con madre e figlia

di Fabrizia Ramondino
regia: Mario Martone
scene: Giancarlo Muselli
costumi: Metella Raboni
luci: Pasquale Mari
suono: Daghi Rondanini
aiuto regia: Costanza Boccardi
con: Anna Bonaiuto, Valeria Milillo, Alessandra D’Elia, Sabina Cangiano, Monica Nappo
produzione: Teatri Uniti
Asti, Teatro Alfieri, 1 luglio 1993 nell’ambito del XV Festival Asti Teatro

Riccardo II

di William Shakespeare
traduzione di Mario Luzi
traduzione in napoletano della scena del giardiniere: Enzo Moscato
adattamento, scena e regia Mario Martone
costumi: Metella Raboni
luci: Pasquale Mari
suono: Daghi Rondanini
aiuto regia: Alessandro Dionisio, Stefano Incerti
con: Andrea Renzi, Licia Maglietta, Roberto De Francesco, Renato Carpentieri, Massimo Lanzetta, Enzo Salomone, Lello Serao, Lucio Allocca, Mario Santella
produzione: Teatri Uniti
Napoli, Galleria Toledo, 9 febbraio 1993

Rasoi

 

RASOI

di Enzo Moscato
regia: Mario Martone, Toni Servillo
scene: Mario Martone
costumi: Metella Raboni
luci: Pasquale Mari
suono: Daghi Rondanini
aiuto regia: Costanza Boccardi
con: Enzo Moscato, Toni Servillo, Tonino Taiuti, Iaia Forte, Licia Maglietta, Roberto De Francesco, Marco Manchisi, Gino Curcione, Antonio Iuorio, Vincenza Modica
accompagnamento al piano: Manuela La Manna
produzione: Teatri Uniti
Roma, Teatro Valle, 23 maggio 1991
Premio della critica teatrale 1991
Biglietto d’oro Agis 1992

I persiani

di Eschilo
traduzione: Scuola di Teatro dell’INDA sotto la direzione di Giusto Monaco
regia e scene: Mario Martone
costumi: Zaira De Vincentis
musiche: Franco Battiato, Giusto Pio
luci: Pasquale Mari
con: Toni Servillo, Antonio Neiwiller, Piero Di Iorio, Mariella Lo Sardo, Andrea Renzi,
Remo Girone (voce registrata)
produzione: INDA Teatro Greco di Siracusa
Siracusa, Teatro Greco, 23 maggio 1990

Woyzeck

 

di Georg Buchner
traduzione: Claudio Magris
adattamento: Mario Martone e Andrea Renzi
regia e scena: Mario Martone
musiche originali: Peter Gordon
costumi e scena: Lino Fiorito
luci e aiuto regia: Pasquale Mari
con: Vittorio Mezzogiorno, Anna Bonaiuto, Alessandra Vanzi, Antonio Iuorio, Ivano Marescotti, Tommaso Ragno, Bruna Rossi, Riccardo Bini, Marco Sgrosso, Antonia Iaia
produzione Ater/Emilia Romagna Teatro
Modena, Teatro Storchi, 2 maggio 1989

La seconda generazione

Tragedia apocrifa da Sofocle, Euripide, Virgilio, Ritsos e altri autori
Traduzione: Guido Paduano, Massimo Fusillo
Progetto drammaturgico, regia e scene: Mario Martone
Da un laboratorio condotto presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica di Milano “Paolo Grassi”
Con: Andrea Renzi, Licia Maglietta, Tommaso Ragno, Vincenza Modica, Monica Bucciantini, Bruna Rossi, Toni Servillo, Massimo Meraviglia, Daghi Rondanini, Maria Teresa Telara
Produzione: Teatri Uniti – Teatro Biondo di Palermo – CRT Milano
Milano, Teatro dell’Arte, 3 novembre 1988

Ultima lettera a Filottete

Da Jannis Ritsos
Traduzione: Guido Paduano, Massimo Fusillo
Adattamento, regia e scene: Mario Martone
Colonna sonora: Daghi Rondanini
Costumi: Lorenzo Zambrano, Aldo Tramontano
Luci: Franco Caruso
Con: Andrea Renzi
Produzione: Teatri Uniti, Teatro Biondo di Palermo
Palermo, Ridotto del Teatro Biondo, 6 dicembre 1987

Laboratorio su Vladimir Mayakovskij

Diretto da: Mario Martone
Con: Andrea Renzi e 18 allievi/attori
Organizzazione: Cada Die Teatro
Sant’Anna Arresi, Cagliari, agosto 1987

Filottete

Da Sofocle
Traduzione: Guido Paduano
Adattamento, regia e scene: Mario Martone
Musiche: Alvin Curran
Costumi: Berto Lama
Luci: Pasquale Mari
Regista collaboratore: Angelo Curti
Con: Remo Girone, Andrea Renzi, Toni Servillo, Orazio Costa (in video)
Produzione: Teatri Uniti – Festival di Santarcangelo
Santarcangelo di Romagna, 1 luglio 1987

Mercedes

Di Thomas Brasch
Traduzione e adattamento: Giorgio Polacco
Regia e scene: Mario Martone
Collaborazione grafica: Daniele Bigliardo
Colonna sonora: Daghi Rondanini
Con: Rosa Di Lucia, Ennio Fantastichini, Andrea Renzi
Produzione: Teatro Biondo di Palermo
Palermo, Ridotto del Teatro Biondo, 7 dicembre 1986

Otello (III)

Da Verdi e Boito
di Mario Martone e Peter Gordon
Progetto, scene e regia: Mario Martone
Interventi pittorici: Lino Fiorito
registi collaboratori: Angelo Curti, Pasquale Mari
con: Andrea Renzi, Tomàs Arana, Licia Maglietta, Antonio Neiwiller, Ruth Heynen, Antonello Iaia, Giancarlo Muselli, Daghi Rondanini
produzione: Falso Movimento
Francoforte, Fabrickhalle Voltastrasse, 1 ottobre 1985

Il desiderio preso per la coda

Da Picasso
Progetto, scene e regia: Mario Martone
Interventi pittorici: Lino Fiorito
Colonna sonora: Daghi Rondanini
Disegni: Daniele Bigliardo
Registi collaboratori: Angelo Curti, Pasquale Mari
Con: Antonio Neiwiller, Andrea Renzi, Marina Giulia Cavalli, Rossella Emanuele, Daghi Rondanini
Produzione: Falso Moviemento
Prato, il Fabbricone, 6 febbraio 1985

Otello (II)

Da Verdi e Boito
Progetto, scene e regia: Mario Martone
Musiche originali: Peter Gordon
Disegni: Daniele Bigliardo
Costumi: Ernesto Esposito
Interventi pittorici: Lino Fiorito
Aiuto regia: Angelo Curti, Pasquale Mari
Con: Tomàs Arana, Licia Maglietta, Andrea Renzi, Giorgio Coppola, Fathi Hassan, Antonello Iaia, Cristiana Liguori, Daghi Rondanini
Produzione: Falso Movimento
Napoli, Teatro San Ferdinando, 20 aprile 1983

Otello (I)

Da Verdi e Boito
Progetto, scene e regia: Mario Martone
Musiche originali: Peter Gordon
Disegni: Daniele Bigliardo
Costumi: Ernesto Esposito
Interventi pittorici: Lino Fiorito
Aiuto regia: Angelo Curti, Pasquale Mari
Con: Tomàs Arana, Licia Maglietta, Andrea Renzi, Giorgio Coppola, Fathi Hassan, Antonello Iaia, Cristiana Liguori, Daghi Rondanini
Produzione: Falso Movimento
Napoli, Teatro San Ferdinando, 20 aprile 1983

Da Verdi e Boito
Progetto, scene e regia: Mario Martone
Interventi pittorici: Lino Fiorito
Registi collaboratori: Angelo Curti, Pasquale Mari
Con: Andrea Renzi, Tomàs Arana, Licia Maglietta, Massimo Maglietta, Fabrizio Martone, Alessandro Melisurgo, Augusto Melisurgo, Giancarlo Muselli, Daghi Rondanini
Produzione: Falso Moviemento
Napoli, Castel Sant’Elmo, 25 luglio 1982

Tango glaciale

Progetto, scene e regia: Mario Martone
Interventi pittorici e design: Lino Fiorito
Ambientazioni grafiche: Daniele Bigliardo
Parti cinematografiche e aiuto regia: Angelo Curti, Pasquale Mari
Colonna sonora: Daghi Rondanini
Costumi: Ravelle – Napoli
Con: Tomàs Arana, Licia Maglietta, Andrea Renzi
Produzione: Falso Movimento, Mickery Amsterdam
Napoli, Teatro Nuovo, 27 gennaio 1982

Controllo totale

di Mario Martone
interventi pittorici: Lino Fiorito
collaborazione: Aldo Arlotta, Marina Arlotta, Domenico Caiati
con: Tomàs Arana, marina Arlotta, Laura Cannavò, Federica della Ratta-Rinaldi, Lino Fiorito, Andrea Renzi
regia: Mario Martone
produzione: Falso Movimento
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, 5 febbraio 1981

Rosso Texaco

di Mario Martone e Andrea Renzi
con: Tomàs Arana, Laura Cannavò, Federica della Ratta-Rinaldi, Andrea Renzi
disegni: Daniele Bigliardo
regia: Mario Martone
produzione: Falso Movimento
Napoli, Teatro San Ferdinando, 20 aprile 1980

Dallas 1983

di Mario Martone
con: Tomàs Arana, Mario Martone
collaborazione: Angelo Curti, Pasquale Mari, Augusto Melisurgo
regia: Mario Martone
produzione: Falso Movimento
Stoccarda, Tagblatt Turm, 30 settembre 1979

Segni di vita

di Angelo Curti, Pasquale Mari, Mario Martone
con: Federica della Ratta-Rinaldi, Andrea Renzi
regia: Mario Martone
produzione: Falso Movimento
Napoli, Galleria Lucio Amelio, 16 febbraio 1979

Faust e la quadratura del cerchio

di Mario Martone
con: Angelo Bianchi, Orietta Caianiello, Angelo Curti, Pasquale Mari, Paolo Masullo, Augusto Melisurgo, Fabrizio Meo, Gualtiero Peirce, Noemi Plastino
regia: Mario Martone
produzione: Il battello ebbro
Napoli, Spazio Libero, 12 marzo 1977

LAGGIÙ QUALCUNO MI AMA (2023)

Regia Mario Martone
Casa di produzione Indiana Production
Produttore esecutivo Gaetano Daniele
Produzione Fabrizio Donvito, Marco Cohen, Benedetto Habib, Daniel Campos Pavoncelli, Mauro Berardi
Interpreti Paolo Sorrentino, Francesco Piccolo, Goffredo Fofi, Federico Chiacchiari, Demetrio Salvi, Ficarra e Picone
Sceneggiatura Mario Martone, Anna Pavignano
Fotografia Paolo Carnera
Montaggio Jacopo Quadri
Scenografia Carmine Guarino
Distribuzione Vision Distribution, Medusa Film

NOSTALGIA (2022)

Vincitore del Nastro d’argento 2022 per Miglior regista, Miglior attore protagonista a Pierfrancesco Favino, Miglior attore non protagonista a Francesco Di Leva e Tommaso Ragno, Migliore sceneggiatura a Mario Martone e Ippolita di Majo

Regia Mario Martone
Produzione Picomedia – Mad Entertainment in associazione con Medusa Film e in coproduzione con Rosebud Entertainment Pictures (Luciano Stella, Roberto Sessa, Maria Carolina Terzi, Carlo Stella)
Interpreti Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva, Tommaso Ragno, Aurora Quattrocchi, Sofia Essaidi, Nello Mascia, Emanuele Palumbo, Artem, Salvatore Striano, Virginia Apicella
Sceneggiatura Mario Martone, Ippolita di Majo
Fotografia Paolo Carnera
Montaggio Jacopo Quadri
Costumi Ursula Patzak
Scenografia Carmine Guarino
Distribuzione Medusa Film
Tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea

QUI RIDO IO (2021)

Vincitore del Nastro d’argento 2022 per Miglior regista,  Migliore sceneggiatura a Mario Martone e Ippolita di Majo

Vincitore del David di Donatello 2022 per Miglior attore non protagonista per Eduardo Scarpetta, Miglior costumista per Ursula Patzak

Regia Mario Martone
Produzione Indigo Film, Rai Cinema, Tornasol (Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori)
Interpreti Toni Servillo, Maria Nazionale, Cristiana Dell’Anna, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta, Roberto de Francesco, Lino Musella
Sceneggiatura Mario Martone, Ippolita di Majo
Soggetto Mario Martone, Ippolita di Majo
Fotografia Renato Berta
Montaggio Jacopo Quadri
Costumi Ursula Patzak
Scenografia Giancarlo Muselli, Carlo Rescigno
Musiche Sergio Bruni
Trucco Alessandro D’Anna
Distribuzione 01 Distribution

IL SINDACO DEL RIONE SANITÀ (2019)

Vincitore del Leoncino d’oro a Venezia 76

Regia Mario Martone
Produzione Indigo Film (Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori), Rai Cinema, Malìa (Alessandra Acciai, Giorgio Magliulo, Roberto Lombardi)
Interpreti Francesco Di Leva, Massimiliano Gallo, Roberto De Francesco, Adriano Pantaleo, Daniela Ioia, Giuseppe Gaudino
Sceneggiatura Mario Martone, Ippolita di Majo
Fotografia Ferran Paredes Rubio
Montaggio Jacopo Quadri
Scenografia Carmine Guarino
Costumi Giovanna Napolitano
Musica Ralph P
Suono Maurizio Argentieri, Silvia Moraes
Effetti visivi Rodolfo Migliari
dalla commedia Il Sindaco del Rione Sanità di Eduardo De Filippo

In concorso alla 76 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

CAPRI REVOLUTION (2018)

Vincitore di 2 premi David di Donatello 2019
Migliori costumi a Ursula Patzak
Miglior Musicista a Sascha Ring e Philipp Thimm

Regia Mario Martone
Produzione Indigo Film (Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori), Rai Cinema, Pathé Films (Jérôme Seydoux, Ardavan Safaee, Muriel Sauzay)
Interpreti Marianna Fontana, Reinout Scholten van Aschat, Antonio Folletto, Gianluca Di Gennaro, Eduardo Scarpetta, Jenna Thiam, Ludovico Girardello, Lola Klamroth, Maximilian Dirr, Donatella Finocchiaro
Sceneggiatura Mario Martone, Ippolita di Majo
Fotografia Michele D’Attanasio
Montaggio Jacopo Quadri, Natalie Cristiani
Scenografia Giancarlo Muselli
Costumi Ursula Patzak
Musica Sascha Ring, Philipp Thimm
Suono Alessandro Zanon, Marta Billingsley
Effetti visivi Rodolfo Migliari, Sara Paesani

In concorso alla 75 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

IL GIOVANE FAVOLOSO (2014)

Vincitore di 4 David di Donatello 2015:
Migliore attore protagonista a Elio Germano
Migliore scenografia a Giancarlo Muselli
Migliori costumi a Ursula Patzak
Miglior trucco a Maurizio Silvi

 

Nastro d’Argento 2015:
Nastro d’argento dell’anno a Mario Martone, Palomar e Elio Germano

 

Vincitore di 5 Ciak d’oro 2015:
Miglior film a Mario Martone
Migliore attore protagonista a Elio Germano
Migliore sceneggiatura a Mario Martone e Ippolita Di Majo
Migliore scenografia a Giancarlo Muselli
Migliori costumi a Ursula Patzak

 

Globo d’oro 2015:
Miglior film a Mario Martone

 

Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2014:
Premio Pasinetti a Elio Germano
Premio Vittorio Veneto a Elio Germano
Premio AKAI a Iaia Forte
Premio Piero Piccioni a Sacha Ring

 

Regia: Mario Martone
Sceneggiatura: Mario Martone e Ippolita Di Majo
Con: Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi, Iaia Forte, Sandro Lombardi, Raffaella Giordano, Edoardo Natoli, Federica De Cola, Isabella Ragonese
Fotografia: Renato Berta
Montaggio: Jacopo Quadri
Scenografia: Giancarlo Muselli
Costumi: Ursula Patzak
Suono: Alessandro Zanon
Musiche: Sascha Ring e Gioacchino Rossini
Produttore esecutivo: Patrizia Massa

In concorso alla 71 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

 

 

Leopardi è un bambino prodigio che cresce sotto lo sguardo implacabile del padre, in una casa che è una biblioteca. La sua mente spazia ma la casa è una prigione: legge di tutto, ma l’universo è fuori.
In Europa il mondo cambia, scoppiano le rivoluzioni e Giacomo cerca disperatamente contatti con l’esterno. A ventiquattro anni, quando lascia finalmente Recanati, l’alta società italiana gli apre le porte ma il nostro ribelle non si adatta. A Firenze si coinvolge in un triangolo sentimentale con Antonio Ranieri, l’amico napoletano con cui convive da bohémien, e la bellissima Fanny. Si trasferisce infine a Napoli con Ranieri dove vive immerso nello spettacolo disperato e vitale della città plebea. Scoppia il colera: Giacomo e Ranieri compiono l’ultimo pezzo del lungo viaggio, verso una villa immersa nella campagna sotto il Vesuvio.
Una storia di genio, sofferenze, poesia, amori e avventure.

NOI CREDEVAMO (2010)

Vincitore di 7 David di Donatello 2011:
Miglior film
Migliore sceneggiatura a Mario Martone e Giancarlo De Cataldo
Migliore fotografia a Renato Berta
Migliore scenografo a Emita Frigato
Migliore costumista a Ursula Patzak
Migliore truccatore a Vittorio Sodano
Migliore acconciatore a Aldo Signoretti

regia: Mario Martone
soggetto: dal romanzo di Anna Banti
sceneggiatura: Mario Martone e Giancarlo De Cataldo
fotografia: Renato Berta
montaggio: Jacopo Quadri
scenografia: Emita Frigato
costumi: Ursula Patzak
con:Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Andrea Bosca, Edoardo Natoli.

Tre ragazzi del sud Italia, in seguito alla feroce repressione borbonica dei moti che nel 1828 vedono coinvolte le loro famiglie, maturano la decisione di affiliarsi alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini. Attraverso quattro episodi che corrispondono ad altrettante pagine oscure del processo risorgimentale per l’Unità d’Italia, le vite di Domenico, Angelo e Salvatore verranno segnate tragicamente dalla loro missione di cospiratori e rivoluzionari, sospese come saranno tra rigore morale e pulsione omicida, spirito di sacrificio e paura, carcere e clandestinità, slanci ideali e disillusioni politiche. Sullo sfondo, la storia più sconosciuta della nascita del paese, dei conflitti implacabili tra i “padri della patria”, dell’insanabile frattura tra nord e sud, delle radici contorte su cui sì è sviluppata l’Italia in cui viviamo.

L’ODORE DEL SANGUE (2004)

regia: Mario Martone
soggetto: dal romanzo omonimo di Goffredo Parise
sceneggiatura: Mario Martone
fotografia: Cesare Accetta
montaggio: Jacopo Quadri
scenografia: Sergio Tramonti
costumi: Paola Marchesin
suono: Mario Iaquone
musiche: “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De Andrè, Concerto per pianoforte op. 54 di Robert Schumann; Notturno n. 3 in sol min. op. 15 di Frédéric Chopin; “Pra dizer adeus” di Edu Lobo-Torquato Neto; “Roméo et Juliette” di Hector Berliotz
con: Michele Placido (Carlo), Fanny Ardant (Silvia), Giovanna Giuliani (Lù), Sergio Tramonti (Sergio)
e con: Antonia Iaia, Fabiana Venturi, Giorgio Grandi, Alessandro Riceci, Francesco Scianna, Daniele Fior, Fabio Mascagni, Giuseppe De Marco, Augusto Mostarda, Luigi Rigoni e con l’amichevole partecipazione di Manuela Antonelli, Anita Bartolucci, Luigi De Angelis, Norman Mozzato, Italo Spinelli
produzione: Donatella Botti per Mikado e Biancafilm
una coproduzione italo-francese Biancafilm, Mikado, Arcapix, Babe
distribuzione: Mikado
durata: 100 min
formato: 35 mm
anno di produzione: 2004

Sposati da molti anni, Silvia (Fanny Ardant) e Carlo (Michele Placido) dividono un lussuoso appartamento nel quartiere Parioli di Roma. L’uomo ha una relazione con una giovane donna, Lù (Giovanna Giuliani) della quale la moglie è a conoscenza. Silvia accetta l’infedeltà coniugale di Carlo e lui, a sua volta, ammette che la donna possa essere corteggiata da altri. In questo rapporto coniugale in cui non esistono esclusive, Carlo si crogiola nella certezza che le infedeltà di Silvia siano di natura platonica convinto che il sesso non sia un ostacolo alla loro ventennale convivenza, fino a quando entra in scena una quarta figura, quella di un giovane della quale Silvia si incapriccia. La donna è sempre più coinvolta nella nuova storia: il suo amante è una persona di destra, violenta e aggressiva che la soggioga sessualmente. Costretta a denudarsi, a disvelare un desiderio ingestibile, Silvia è sempre più consapevole di essere entrata in un gioco autodistruttivo, fatale. Carlo si fa raccontare i dettagli dei loro incontri, si strugge di gelosia, perde l’affetto di Lù; un sogno sinistro gli svela la realtà, ma l’uomo non è in grado di fermare un meccanismo che, alla fine, stritolerà la consorte.

TEATRO DI GUERRA (1998)

regia: Mario Martone
soggetto e sceneggiatura: Mario Martone
fotografia: Pasquale Mari
montaggio: Jacopo Quadri
scenografia: Giancarlo Muselli
costumi: Ortensia De Francesco
suono: Mario Iaquone, Daghi Rondanini
musiche: “Canzone di guerra” di B.K. Bostik, “Oh Ljubav, Ljubav” di B. Estacada, “Sarajevo Supermarket” di C/P 01 Contropotere, “A todos mis amigos” di Celia Cruz
con: Andrea Renzi (Leo), Anna Bonaiuto (Sara Cataldi), Iaia Forte (Luisella Cielo), Roberto De Francesco (Diego), Marco Baliani (Vittorio), Toni Servillo (Franco Turco)
e con Maurizio Bizzi, Salvatore Cantalupo, Antonello Cossia, Francesca Cutolo, Giovanna Giuliani, Vincenzo Saggese, Lucia Vitrone, Sergio Tramonti, Adriano Casale, Lidia Koslovich, Lello Serao
con la partecipazione di: Peppe Lanzetta e l’amichevole partecipazione di: Renato Carpentieri, Lucio Allocca, Alba Clemente, Gino Curcione, Lucia Ragni
produzione: Angelo Curti, Andrea Occhipinti, Kermit Smith per Teatri Uniti e Lucky Red
in collaborazione con RAI Cinemafiction
distribuzione: Lucky Red
durata: 104 min
formato: 35 mm
anno di produzione: 1998

Agli inizi degli anni ’90 lo scoppio della guerra nella ex-Jugoslavia, spinge Martone ad intraprendere una riflessione sul rapporto dell’individuo della società attuale con la guerra e sul ruolo del teatro. Sviluppa quindi un progetto attorno alla messa in scena di I sette contro Tebe di Eschilo, nella traduzione di Edoardo Sanguineti e adattamento di Martone stesso. Le prove, riprese in 16 mm, e lo spettacolo (alla regia lo affianca Andrea Renzi) attualizzato nell’ambientazione per cui lo scontro fratricida tra Eteocle e Polinice avviene non con le spade ma con i mitra, convogliano nel film Teatro di guerra. La vicenda ruota attorno ad un gruppo di attori, guidati dal regista Leo (Andrea Renzi) che decide di provare I sette contro Tebe in una sala dei quartieri spagnoli a Napoli per portarlo in segno di solidarietà a Sarajevo, arrivando a scontrarsi con i giochi di potere del teatro ufficiale. Il gruppo non riuscirà mai a partire per l’ex-Jugoslavia, scossa ancora dalla guerra. Nel film si scontrano due diversi modi di vivere il teatro e in generale la creazione artistica in rapporto con il mercato. Da un lato la compagnia eterogenea messa insieme da Leo, si muove ai margini dell’ufficialità in una situazione di sperimentazione. All’opposto il teatro stabile guidato dal regista Franco Turco (Toni Servillo) continua vittoriosamente a sfornare spettacoli senza le spinte utopiche del giovane gruppo.

Nel luglio del ’95 mi trovavo ad Avignone, dove preparavo uno spettacolo per il festival. In quel periodo la guerra nei Balcani attraversava uno dei suoi momenti più terribili, e i teatranti francesi presenti al festival organizzarono molte manifestazioni in favore della Bosnia. Improvvisamente mi resi conto di aver assistito per anni da spettatore ad una guerra che invece mi riguardava moltissimo, non foss’altro per la vicinanza geografica e culturale dell’Italia con la ex Jugoslavia. Ero stato pochi mesi prima a Belgrado, e lì avevo provato una grande sensazione di vuoto. I miei stessi amici serbi, tutti contrari alla guerra e alla politica di Milosević, non mi avevano trasmesso quel senso di indignazione e di ribellione che avrebbe dovuto comunque accomunarci contro un orrore come l’assedio di Sarajevo, al di là di ideologie e appartenenze etniche. Mi riproposi, tornando in Italia, di lavorare a uno spettacolo teatrale che riguardasse la guerra.
Speravo che il teatro, nel quale lavoro da quando ero ragazzo, fosse un possibile strumento, se non altro, di avvicinamento: il teatro è da sempre lo scandaglio che la cultura occidentale adopera per penetrare le tragedie in profondità. Ma nel mettermi al lavoro provavo anche in questo caso un senso di vuoto. Esistevano parole spendibili su ciò che succedeva? Ogni tentativo sembrava cadere nel nulla, schiacciato com’era dalle immagini di orrore che si rovesciavano nelle nostre case, dalla guerra in diretta televisiva, dalla confusione ideologica che annebbiava le idee e rendeva difficile distinguere i torti dalle ragioni e le vittime dagli aggressori. Una generazione ormai lontana si era misurata con la guerra di Spagna, e su quelle scelte crebbe ed agì; più tardi, era stato il Vietnam a orientare le coscienze di una generazione successiva. E la mia generazione, che rapporto aveva avuto con la guerra nella ex Jugoslavia? Mentre mi dibattevo tra questi pensieri, arrivava l’inverno, e la guerra finiva.
Decisi di fare un film per cercare di penetrare il vuoto che avevo provato. Facendo un passo indietro, il film avrebbe raccontato di una compagnia teatrale che prepara uno spettacolo da portare a Sarajevo, senza riuscire a partire. Immaginavo due amici, uno italiano (il regista dello spettacolo), uno bosniaco (il direttore del teatro di Sarajevo). Immaginavo che l’amico di Sarajevo dovesse a un certo punto venire a Napoli per assistere alle prove, e diventare quindi uno dei personaggi principali del film. Alla fine non è stato così, ma il processo che ha portato a questa decisione è stato lungo.
Avevo letto un libro di racconti che si chiama Le Marlboro di Sarajevo. L’autore, Miljenko Jergović, trent’anni, li aveva scritti durante la prima fase dell’assedio. Avevo molto amato il taglio quotidiano e antiretorico del libro e, avendo saputo che a fine novembre ’95 Jergović veniva in Italia per una serie di conferenze, andai a trovarlo. Gli proposi di lavorare alla sceneggiatura. Io potevo tentare di raccontare ciò che era successo a noi, ma non era certo possibile per me scrivere in modo credibile un personaggio di Sarajevo: solo uno scrittore bosniaco poteva farlo. A Jergović l’idea non dispiacque. Lo convinceva soprattutto la mia determinazione a non mostrare nel film nessuna immagine di Sarajevo. «Sarajevo ormai è una cartolina», mi disse. Gli mandai le cassette dei miei film, gli piacquero, accettò. Coinvolsi anche Fabrizia Ramondino, con la quale avevamo scritto Morte di un matematico napoletano. Anche lei si era occupata del conflitto nella ex Jugoslavia, scrivendo una lunga introduzione al libro Sarajevo oltre lo specchio di Merima Hamulić Trbojević, e mi piaceva l’idea che la sceneggiatura fosse un luogo di incontri e di scambi.
Ci fu una pausa. Nella prima metà del ’96 lavorai infatti a una manifestazione in ricordo di Antonio Neiwiller, grande e misconosciuto artista di teatro, morto giovane, amatissimo amico mio. Al centro della sua idea di teatro c’era il laboratorio, inteso come luogo permanente di ricerca, in conflitto con la mercificazione ansiosa del teatro come prodotto. La frequentazione delle idee di Antonio mi spinse a dilatare i tempi della lavorazione del film. Capii che non era possibile scrivere una sceneggiatura in cui si immaginassero delle prove di teatro: le prove andavano fatte per davvero. Il teatro esiste solo nel suo farsi, e limitarsi ad immaginarlo sarebbe stata una menzogna.
Scelsi di mettere in scena I sette contro Tebe di Eschilo, che tratta di un assedio e di una guerra fratricida. Le prove sarebbero durate da ottobre a dicembre ’96. Una macchina da presa in 16 mm sarebbe stata presente sin dal primo giorno in teatro. Andrea Renzi, l’attore che da sempre lavora con me e che nel film avrebbe interpretato il ruolo del regista, mi avrebbe realmente affiancato nella regia dello spettacolo. Miljenko Jergović e Fabrizia Ramondino avrebbero seguito il lavoro prima di cominciare a scrivere. Per Miljenko sarebbe stata anche l’occasione di conoscere e vivere Napoli: si sarebbe trovato in una situazione speculare a quella del personaggio a cui avrebbe dovuto dare vita. A maggio consegnai a Miljenko e Fabrizia un primo soggetto. Si trattava volutamente di un canovaccio apertissimo, a tratti vago: l’invito agli scrittori era innanzitutto quello di partecipare a un processo di lavoro dal quale scaturisse la sceneggiatura. Su un tema come quello che stavamo per affrontare, mi sembrava decisivo non avere troppe idee preconcette. Fabrizia elaborò alcuni spunti del soggetto, e a lei si devono alcune cose che sono rimaste nel film, come la scena della Bisbetica domata messa in scena da Franco Turco, e l’intuizione di una donna proveniente dalla ex Jugoslavia, la signora Hamulic, che nel film ha poi preso l’aspetto di una bibliotecaria.
A luglio Andrea ed io partimmo per la Bosnia. Da Trieste andammo prima a Zagabria insieme a Ljiljana Avirović, la traduttrice di Jergović che in tutti questi mesi mi aveva aiutato con passione a tenere i contatti con lo scrittore che adesso viveva nella capitale croata. Poi proseguimmo da soli. Il resto del viaggio è raccontato nel breve diario che ho tenuto in quei giorni. Cercavamo l’attore che avrebbe dovuto interpretare l’amico bosniaco, ma forse ciò che ha cominciato a prendere forma in quel viaggio è stato un ulteriore processo di radicalizzazione del progetto. Davvero grande era la distanza che col passare degli anni ci aveva separato dalla gente di Sarajevo. Prima o poi sarebbe stato necessario fare i conti con questa realtà, e meditare sulle dure parole di Havris Pasović che ho riportato nel diario. In ottobre cominciarono le prove, e di conseguenza le riprese del film. Ogni giorno riprendevo infatti delle parti del lavoro. Avevamo messo a punto con l’operatore e gli altri collaboratori un codice di gesti che mi consentiva di indicare quando e cosa riprendere nonostante fossi contemporaneamente impegnato nella regia teatrale. La macchina da presa non è mai stata avvertita come una presenza ingombrante dagli attori, fin dal primo giorno di prove. Non veniva spostata mai più di una volta al giorno (durante la pausa), e gli attori erano assolutamente consapevoli della sua presenza. Molto di ciò che è accaduto durante il periodo delle prove ha condizionato quello che poi sarebbe stato il film. Le vicende personali degli attori sono spesso confluite nelle vite dei personaggi che loro stessi avrebbero successivamente interpretato. Eppure, sia chiaro, non c’è nessun autobiografismo, tutto ciò che si racconta nel film è una costruzione narrativa. Sono i mattoni con cui questa narrazione è costruita ad essere talvolta veri. È successo anche che Miljenko Jergović non sia potuto venire. Forse non ha voluto più, non lo so, e non ha importanza. La sua mancata venuta è stato un contributo importante, forse quello più giusto, quello necessario. Noi lo abbiamo aspettato come i teatranti del film aspettano il regista di Sarajevo, e la sua assenza ha detto molte cose. Anche con Fabrizia Ramondino non siamo più andati avanti nel lavoro. C’è stato un momento in cui ho capito che dovevo assumermi la responsabilità della sceneggiatura in prima persona. I sette contro Tebe è andato in scena nella sala inferiore del Teatro Nuovo di Napoli il 19 dicembre ’96, e non è stato mai più ripreso se non a giugno ’97 nello stesso luogo, in concomitanza con l’inizio delle riprese. Ho cominciato a lavorare alla sceneggiatura a gennaio, partendo dalla selezione del materiale filmato durante le prove, e ho alternato le scene di prova con le scene di vita degli attori. Volevo rendere stilisticamente dolce il passaggio tra la parte “documentaria” e quella di finzione: anche la parte per così dire narrativa del film è stata così girata in super 16 mm. Desidero, a questo punto, ringraziare gli attori, che hanno accettato con consapevolezza e profondità di farsi riprendere in un momento delicato come quello delle prove, e che hanno dato un grande contributo alle situazioni e ai dialoghi. E desidero ringraziare i produttori (Angelo Curti in particolare), che hanno creduto in un progetto così lungo e azzardato.
Mario Martone Introduzione a Teatro di guerra. Un diario, Bompiani, Milano 1998

LA SALITA (1997)

episodio del film collettivo I vesuviani
soggetto e regia: Mario Martone
sceneggiatura: Mario Martone, Fabrizia Ramondino
fotografia: Pasquale Mari
montaggio: Jacopo Quadri
suono: Mario Iaquone, Daghi Rondanini
musiche: “Canzonetta” di Felix Mendelsohn, “La vida breve” di Manuel De Falla, “Fischia il vento” di Blanter-Cascione, “Concerto RV 532” di Antonio Vivaldi, “Sinfonia n° 1 in Do minore” di Gustav Mahler
con: Toni Servillo (il sindaco), Anna Bonaiuto (Francesca), Maria Luisa Abbate (Maria Luisa), Lello Serao (prete), Vincenzo Peluso (prete), Maurizio Bizzi (Lattarulo)
produzione: Giorgio Magliulo per Megaris/Mikado, RAI, Telepiù
gli altri episodi del film I vesuviani sono: La stirpe di Iana di Pappi Corsicato, Maruzzella di Antonietta De Lillo, Sofialorén di Antonio Capuano, Il diavolo nella bottiglia di Stefano Incerti
durata: 25 min.
formato: 35 mm.
anno di produzione: 1997

La salita fa parte del film collettivo a episodi I vesuviani (1997) in cui cinque registi di area napoletana analizzano il loro rapporto con Napoli. La sceneggiatura, scritta in collaborazione con Fabrizia Ramondino, affronta i dubbi della sinistra italiana attraverso il viaggio, lungo il crinale del Vesuvio del sindaco della città (il riferimento è ad Antonio Bassolino, interpretato da Toni Servillo). Qui incontra dei personaggi, alcuni fantastici come don Giulio, dal romanzo Un giorno e mezzo di Fabrizia Ramondino, altri realmente vissuti come Francesca Spada, militante del P.C.I., morta suicida, che lo mettono di fronte ai conflitti della città. Ma si parla anche di lavoro minorile associato all’abusivismo edilizio e di prostituzione. È il corvo pasoliniano di Uccellacci e uccellini a costringerlo ad una riflessione sulla vita politica contemporanea, sui compromessi del partito rispetto al capitalismo, e sul potere della televisione. «Tornassi indietro mille volte, tutte e mille parteciperei di nuovo a I vesuviani per poter girare La salita. È un sogno: come se qualcuno ti dicesse: “Sai che ho sognato stanotte? Il sindaco di Napoli che saliva sul Vesuvio”. Perché proprio lui, perché quegli incontri, perché quel libro di Lenin? Non lo so. Fantasmi, sensi di colpa, proiezioni oniriche. Volti che nascondono altri volti. Nessuna spiegazione. Una sensazione di malessere, un testardo voler agire, un deserto». Mario Martone

UNA STORIA SAHARAWI (1996)

soggetto e regia: Mario Martone
sceneggiatura: Mario Martone in collaborazione con Dahan Abdelfetah, Abdelselam Amara, Patrizio Esposito, Ahmed Fadel, Fatima Mahafud
fotografia: Pasquale Mari
montaggio: Jacopo Quadri
suono: Daghi Rondanini
interpreti: Alewa Andala, Sidemu Mojtar, Neema Lucha, Ahmed Padel e gli altri abitanti del campo profughi saharawi di Smara, Algeria.
produzione: Angelo Curti per Teatri Uniti, Max Gusberti e Cecilia Cope per la RAI, nell’ambito del progetto di Marina Sersale Oltre l’infanzia. Cinque registi per l’Unicef gli altri registi sono: Gianni Amelio, Alessandro D’Alatri, Marco Tullio Giordana, Marco Risi
durata: 30 min.
formato: super 16 mm.
anno di produzione: 1996
Il cortometraggio, realizzato nel 1996, è parte del progetto Oltre l’infanzia. Cinque registi per l’Unicef. Martone ha preso spunto dal suo viaggio nei campi di Tinduf, dove vengono ospitati oltre duecentomila profughi del territorio costiero che fronteggia il paradiso turistico delle Isole Canarie. Girato in Africa con gli abitanti del campo profughi Saharawi di Smara in Algeria, è un breve racconto che prende spunto da una veglia notturna per un bambino, Sidi, morso da un serpente. Martone testimonia le condizioni di vita e il dibattito interno alle genti che vivono nei campi profughi organizzati dal Fronte Popolare di Liberazione del Saguia el Hamra e Rio de Oro (Fronte Polisario).
La lotta della giovane vittima contro il veleno del serpente diventa metafora poetica della determinazione della nazione cacciata dal Sahara spagnolo. Il film segue l’odissea notturna del padre di Sidi alla ricerca, nel buio del deserto, della guaritrice che può salvare il figlio, fino all’epilogo enigmatico, irradiato dalla luce dell’alba: il risveglio di un altro ragazzino, chiamato alle sue incombenze, lo stesso che, senza subordinare a domande il prestito del mulo nella notte, era tornato a casa a piedi.

Una veglia notturna intorno a un bambino che è stato morso da un serpente è l’incipit di un racconto-favola che ci porta nel mezzo del deserto nord africano, nella quotidianità dei campi profughi di un popolo a cui è stata negata la terra.


Una lezione di realtà

Da tempo ormai l’Africa appare alla nostra vista di occidentali come una terra perduta. Le immagini delle guerre, dei genocidi, delle carestie, delle epidemie, delle violenze integraliste si moltiplicano sui teleschermi e sui fogli dei nostri giornali. L’internazionalismo si è spento lentamente, e con esso la speranza di un profondo cambiamento della società. Come sembra lontano il tempo in cui Pier Paolo Pasolini immaginava di ambientare l’Orestea di Eschilo negli spazi e nei tempi delle nuove democrazie africane! Oggi nessuno sa più niente di ciò che accade nel Sahara Occidentale, così come in molti altri luoghi al mondo, teatri più che mai di soprusi e ingiustizie. Questa immagine dell’Africa come un inferno senza redenzione alimenta un atteggiamento esclusivamente votato alla pietà da parte di noi occidentali, e sembra che tutto ciò che resta da fare non sia altro che donare un po’ delle nostre ricchezze a chi non ha niente. Io credo che si debba combattere questa informazione a senso unico. Non chiedo affatto che si taccia sulle tragedie che sconvolgono la società africana. E trovo assolutamente necessario che si sviluppi ogni forma di solidarietà che possa alleviare le sofferenze… Ma certo non trovo giusto che si guardi l’Africa dall’alto verso il basso. Ho ricevuto, nei campi profughi dei Saharawi, una delle più grandi lezioni della mia vita. Un popolo che non ha nulla è in grado, in mezzo al deserto, di sviluppare forme sociali che in larghissima misura possono essere definite “giuste”. Le tende in cui vivono i Saharawi sono povere, gli unici arredi sono stoffe e tappeti, il mobilio consiste in un vassoio per il tè: eppure queste tendopoli sembrano città millenarie. Le conversazioni che ho avuto in queste tende sono tra le più interessanti che mi sia capitato di avere, con uomini e con donne, senza differenze, per sensibilità, cultura, ironia. È difficile nei campi trovare un bambino maltrattato da esporre davanti ad una telecamera, non perché non siano poveri, i bambini, non perché non siano esposti a continui rischi di malattie e di denutrizione, ma perché in ciascun Saharawi, bambini compresi, c’è un fortissimo senso di dignità. In una delle tende in cui abbiamo girato c’era un uomo molto malato. Sua moglie, i suoi figli, i suoi parenti riuscivano allo stesso tempo a stare nel modo giusto con noi e a stare nel modo giusto con lui: tutto era chiaro a questa famiglia, la gravità dello stato del marito come il senso giocoso della nostra presenza. La lezione che ho ricevuto è quindi una lezione di “realtà”. È stato strano, ritornando, ascoltare all’aeroporto di Algeri una sinfonia di Beethoven diffusa in sottofondo che riapriva lo spazio irreale in cui si agitano le nostre esistenze. Nel deserto abitato dai Saharawi ogni segno è necessario, ogni gesto ha un senso, di ogni suono sembra avvertibile l’origine e la destinazione, anche quando lo ascolti nel buio assoluto della notte e non sai chi è che lo emette. Una lezione di realtà è anche una lezione di cinema. Sono partito avendo in mente solo un’immagine: una veglia notturna intorno a un bambino che è stato morso da un serpente (simbolo del deserto in cui è costretto a vivere), nell’attesa che possa essere curato. Tutto il resto della storia – perché è una piccola storia, semplice come una favola, quella che si racconta nel film – è nato stando insieme ai Saharawi, ai bambini, e agli adulti. Le situazioni si sviluppavano giorno dopo giorno insieme a loro. Si veniva a sapere di un matrimonio? Si andava e si girava, sicuri che avremmo capito nei giorni successivi come inserirlo nella narrazione. Mi accorgevo che Sidemu e Ahmed la pensavano diversamente sulla possibilità di riprendere le armi contro il Marocco, e si decideva insieme di girare una scena (quella sul camion) in cui entrambi potessero parlare liberamente di questo problema. Ogni giorno si viveva un’esperienza, e questa esperienza la facevo confluire nella storia. Bisognava mettersi in ascolto. Non avevo da imporre una visione, ma al contrario dovevo lasciare che ciò che vedevo entrasse dentro di me. Questa è stata la lezione di cinema. Se ho scelto di fare un piccolo film narrativo non è solo perché, non possedendo una conoscenza accurata della situazione, non mi sentivo in grado di affrontare un documentario vero e proprio. Ho cercato di far sì che la chiave di conoscenza, per me e per gli spettatori, risiedesse nel film stesso: i Saharawi molti dei quali non conoscono il cinema, si sono raccontati infatti in prima persona, interpretando di volta in volta delle parti, inventando dialoghi, suggerendo possibilità, passando senza ansia i tempi di attesa del cinema assieme a noi. Se l’immagine dei campi nel film ha una bellezza, proviene quindi dalla civiltà che i Saharawi sono capaci di esprimere. E se la situazione narrativa è sospesa (perché non si dice cosa succede al bambino morso dal serpente) è perché nessuno sa cosa sarà di questo popolo, dimenticato come è dalle nostre paure. Abbiamo paura perché pensiamo di non poter più capire ciò che accade intorno a noi. Dovremmo forse sforzarci di credere che non è vero. Il disagio dei bambini Saharawi ha origine in una grande ingiustizia, quella che priva un popolo della propria terra. Il primo degli aiuti che dobbiamo dare a questi come ad altri bambini è prender coscienza di ciò che accade, e adoperarci perché le ingiustizie vengano combattute e sconfitte.
Mario Martone, febbraio 1997

L'AMORE MOLESTO (1995)

regia: Mario Martone
soggetto: dal romanzo omonimo di Elena Ferrante
sceneggiatura: Mario Martone
fotografia: Luca Bigazzi
montaggio: Jacopo Quadri
scenografia: Giancarlo Muselli
costumi: Metella Raboni
suono: Mario Iaquone, Daghi Rondanini
musiche: “Flakes” di Steve Lacy, “Concerto grosso n. 1” di Alfred Schuittke, “In a manner of speaking” di Winston Tong eseguita dai Tuxedomoon, “Tarantella del Gargano” di anonimo del XVI sec. arrangiata ed eseguita da Daniele Sepe
con: Anna Bonaiuto (Delia), Angela Luce (Amalia), Carmela Pecoraro (Delia bambina), Licia Maglietta (Amalia giovane), Gianni Cajafa (zio Filippo, fratello di Amalia), Anna Calato (signora De Riso, vicina di casa), Giovanni Viglietti (Nicola Polledro, detto “Caserta”), Peppe Lanzetta (Antonio Polledro, suo figlio), Italo Celoro (il padre di Delia), Francesco Paolantoni (zio Filippo da giovane), Enzo De Caro (“Caserta” da giovane), Tailer Martini (Antonio da bambino), Carlo Carotenuto (il padre da giovane), Lina Polito (Mariarosaria, sorella di Delia), Marita D’Elia (altra sorella di Delia), Sabina Cangiano (una commessa)
produzione: Angelo Curti, Andrea Occhipinti, Kermit Smith per Teatri Uniti e Lucky Red
distribuzione: Lucky Red
durata: 104 min.
formato: 35 mm.
anno di produzione: 1995

Tratto dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, il film racconta la storia di Delia, un’affermata disegnatrice di fumetti con origini napoletane, trasferitasi a Bologna per esercitare la propria professione. L’improvviso annegamento della madre Amalia, però, la riconduce alla terra natia, dove il passato la travolge riportando alla luce i ricordi amari della sua giovinezza. Delia, che ricorda la genitrice per la sua vivacità e la sua straordinaria tempra, non sembra accettare l’ipotesi concordata del suicidio ed inizia a svolgere delle indagini personali sui suoi ultimi giorni di vita, dietro le sollecitazioni di un misterioso interlocutore telefonico. Poco per volta, gli indizi si affastellano mescolandosi alla memoria d’avvenimenti a lungo occultati nella sua coscienza, che riaffiorano con violenza e la allontanano dalla verità, costringendola a riflettere su sé stessa. Ricorda quando accusò la madre di avere una relazione con Caserta, un individuo misterioso che suo padre minacciò con la pistola. Quando il padre accoglie Delia nel suo studio lei gli rivela di aver mentito sull’infedeltà materna. Recatasi nel vecchio quartiere della sua infanzia, riaffiora alla sua mente l’episodio che ha determinato la fine della sua infanzia. Delia sceglie di tornare a Bologna e lasciare alle sue spalle un mondo già abbandonato in gioventù, insieme al doloroso passato in esso racchiuso. In viaggio sul treno che l’allontana dai ricordi, accetta che la morte della madre rimanga avvolta nel mistero.

«[…] Per fare un film da quel libro bisognava ancorarsi molto concretamente alla realtà dei luoghi, delle persone, delle storie, delle vicende familiari e qualunque tentazione metafisica, psicoanalitica, allegorica, simbolica, qualunque poetismo diciamo così, secondo me avrebbe distrutto, avrebbe reso immediatamente non credibile la sostanza del racconto che è una sostanza molto difficile da trattare, molto misteriosa, ambigua ma anche reale, concreta. Quelle vicende ho cercato di legarle innanzitutto a tutto quello che era l’economia della città nell’immediato dopoguerra, sono andato a rileggere i testi di Eduardo che più specificatamente trattano di questo. Naturalmente sono stato fedele al romanzo e quindi mi sono attenuto al tema del ricordo e, più che ricordo, della capacità ad un certo punto da parte di Delia di dirsi qualcosa che lei in fondo sa. La cosa che lei deve sbloccare è la possibilità di dirlo. Questo mi sembra, se vogliamo, molto più interessante che non l’idea di un riaffiorare psicoanalitico. Insomma, quello che mi sembra importante è la forza, a un certo punto, di dire la verità. […] Tutto il libro fa riferimento al dialetto, continuamente la Ferrante scrive che queste frasi vengono dette in napoletano, ma in realtà questo libro è scritto tutto in italiano, e tra l’altro molto nitido. C’era un problema di visibilità: la Ferrante nel suo libro non nasconde nulla (perché dice tutto), ma vela. Allora affrontare il film significava strappare il velo, quindi strapparlo sul dialetto, strapparlo sui corpi, strapparlo sull’oscenità. Nel libro, ad esempio, ci si riferisce ad un’oscenità ma non si dice quale. Io ho dovuto dire quale. Quando mi ero tenuto, in una delle stesure della sceneggiatura, più pudicamente allusivo la Ferrante mi ha spinto invece a essere esplicito. Quindi il rapporto con l’autrice attraverso il nostro epistolario, è stato molto importante perché lei intuiva come il film poteva consentire uno svelamento ulteriore rispetto a quello che lei già comunque aveva avuto il coraggio di compiere nel libro. […]»
Mario Martone
Estratto dall’intervita a cura di Mario Sesti in:
Mario Martone, a cura di Georgette Ranucci e Stefanella Ughi, Roma, collana Scrip/Leuto, Dino Audino Editore, 1995

«[…] Ho cercato di comprendere e rispettare il libro, e al tempo stesso di filtrarlo attraverso le mie esperienze, i miei ricordi, la mia percezione di Napoli. Sto cercando di dare vita a una Delia forse diversa da quella che lei conosce: è necessario, proprio perché nel romanzo lei ha voluto velarne l’immagine. Lei ne rivela il pensiero, lancia al lettore degli appigli decisivi, ma non la descrive mai davanti ai nostri occhi con l’evidenza degli altri personaggi. Questo prodigioso procedimento di scrittura, che crea il mistero del rapporto tra Delia e Amalia, dovrà per me inevitabilmente sciogliersi per poi, spero, ricomporsi cinematograficamente: sin dall’inizio infatti, nel film noi dobbiamo vedere Delia. Io sto cercando di dare a Delia una personalità che si trova all’incrocio tra il personaggio del suo romanzo e l’attrice che lo interpreterà, Anna Bonaiuto, secondo un procedimento a me caro (pensi, se ha avuto modo di vedere il film, al personaggio di Renato Caccioppoli e all’attore Carlo Cecchi in Morte di un matematico napoletano). È un modo per cercare di aderire con concretezza cinematografica al racconto: non bisogna dimenticare che la macchina da presa riprenderà infatti quel viso, quel corpo, quello sguardo.
I flashback, così come gli interventi della voce fuori campo («voce off») sono forse un po’ troppi, ma consideri che si tratta di materiale che può essere montato successivamente con molta libertà, e che adesso mi sembra sia meglio mantenere. Ho modificato delle ambientazioni, in particolare vedrà che ho cambiato la camera d’albergo con uno stabilimento termale. Queste modifiche, e altre che probabilmente ci saranno, si devono innanzitutto al fatto che cercherò di trovare dei luoghi veri che si avvicinino allo spirito del romanzo e non di ricreare scenograficamente gli ambienti; e in secondo luogo perché talvolta (è il caso della camera d’albergo) vedere sullo schermo è inevitabilmente diverso dal vedere con l’immaginazione. Per questo stesso motivo preferisco, ad esempio, che zio Filippo abbia tutte e due le braccia: temo che altrimenti lo spettatore stia lì a chiedersi dov’è il trucco. […]»
Mario Martone
Estratto dal carteggio con Elena Ferrante in:
Mario Martone, L’amore molesto, Mantova, C.D.C.- Comune di Mantova, 1997

ANTONIO MASTRONUNZIO PITTORE SANNITA (1994)

episodio del film Miracoli. Storie per corti
regia, soggetto e sceneggiatura: Mario Martone
fotografia: Pasquale Mari
montaggio: Jacopo Quadri
suono: Bruno Pupparo
musiche: “Cloches à travers les feuilles” di Claude Debussy, “Malynya” di Don Cherry
interpreti: Antonio Mastronunzio, Pinotto Merlino, Lorenzo De Lauro
produzione: Lionello Cerri e Daniele Maggioni per Istituto Luce
direttore di produzione: Maurizio Fiume
distribuzione: Istituto Luce
gli altri due episodi del film Miracoli. Storie per corti sono: D’estate di Silvio Soldini e Dov’è Yankel? di Paolo Rosa
durata: 18 min.
formato: 35 mm.
anno di produzione: 1994

L’artista Antonio Mastronunzio riceve la visita di un signore che si è innamorato di un suo quadro visto a casa di un amico e desidera acquistarne uno uguale. Ma il pittore può ripetere il suo miracolo? Non avendone uno uguale, Antonio Mastronunzio tenta di dipingerne uno simile, impiegando un’intera notte, baraccato nel suo studio, accanto al terrapieno di una ferrovia. Insoddisfatto il pittore campano getta la tela nel fiume, consapevole di non saper ritrovare la vena per eseguire un quadro su commissione. Riaffiorando alla superficie, scolorito e quasi ribattezzato sotto il pelo dell’acqua limpida, le immagini nuove sembrano restituire ciò che il pennello non sapeva ritrovare.

RASOI (1993)

regia: Mario Martone
dallo spettacolo omonimo di Mario Martone e Toni Servillo, su testi di Enzo Moscato
fotografia: Pasquale Mari
montaggio: Jacopo Quadri
scenografia: Mario Martone
costumi: Metella Raboni
suono: Daghi Rondanini
musiche: Franz Joseph Haydn; Domenico Scarlatti, canzoni napoletane interpretate da Enzo Moscato
con: Enzo Moscato (il cantante), Marco Manchisi (lo scugnizzo in mutande), Tonino Taiuti (il cieco), Vincenza Modica (l’insonne), Iaia Forte (la regina), Licia Maglietta (la Madonna), Gino Curcione (il cuoco), Isacco Esposito (re Bomba), Toni Servillo (il guappo)
produzione: Angelo Curti per Teatri Uniti
organizzazione generale: Claudio Vecchio
distribuzione: Mikado
durata: 58 min
formato: 35 mm
anno di produzione: 1993

Rasoi è stato distribuito dalla Mikado assieme al cortometraggio Il canto del cigno (Swang Song, G.B., 1992) di Kenneth Branagh, dalla piece di Cechov.

«Rasoi è un’opera a più mani. Toni Servillo ed io desideravamo dare vita ad alcuni testi lirici di Enzo Moscato che parlavano in modo diretto e doloroso di Napoli: abbiamo concepito e realizzato lo spettacolo in poco tempo, insieme agli attori e a Moscato stesso, e da quando è andato in scena per la prima volta, Rasoi non ha mai smesso di emozionarci come quando provavamo. Per questo ho desiderato filmarlo, e per questo ho scelto di farlo nel modo più semplice e diretto, facendo sì che la macchina da presa riprendesse lo spettacolo senza sovrapporvisi, cercando di renderla il più possibile trasparente, e ricreare così, sia pure in parte, il rapporto segreto tra il palcoscenico e lo spettatore».
Mario Martone
dal Catalogo di Taormina Cinema ’93

Rasoi (1991) nasce dalla collaborazione del drammaturgo napoletano Enzo Moscato con la compagnia Teatri Uniti (Mario Martone e Toni Servillo firmano la regia) ed è centrato su Napoli, con le sue contraddizioni, con il suo scontro tra tradizione e modernità, e sulla scrittura di Moscato, libera dai vincoli di una trama, in cui prendono corpo le voci della città in una congerie di lingue diverse. Molti brani sono tratti da Partitura, a cui sono aggiunti inediti e le canzoni della tradizione napoletana affidate al poeta. Nel 1993 esce nelle sale cinematografiche la trasposizione su pellicola, che si apre con il profilo che Pier Paolo Pasolini traccia su Napoli-tribù, a cui si sovrappongono le voci di uno dei tanti vicoli della città. Martone privilegia nelle riprese un tipo di visione frontale, esaltando la fisicità degli attori attraverso l’uso del primo piano o dettaglio, seguendo la struttura drammaturgica costruita su monologhi.

MORTE DI UN MATEMATICO NAPOLETANO (1992)

regia: Mario Martone
soggetto e sceneggiatura: Mario Martone e Fabrizia Ramondino
fotografia: Luca Bigazzi
montaggio: Jacopo Quadri
scenografia: Giancarlo Muselli
costumi: Metella Raboni
suono: Hubert Nijhuis
musiche: “Notturno in Fa diesis maggiore”, op. 15, n. 2 di Frédéric Chopin, “A room” di John Cage, “Sarabanda dalla suite francese in Mi maggiore” di Johan Sebastian Bach, “Passione secondo Giovanni” di Johan Sebastian Bach, “Palomma ’e notte” cantata da Enzo Moscato
con: Carlo Cecchi (Renato), Anna Bonaiuto (Anna, sua moglie), Renato Carpentieri (Luigi, suo fratello), Antonio Neiwiller (Don Simplicio), Toni Servillo (Pietro, allievo), Licia Maglietta (Emilia, moglie di Luigi), Fulvia Carotenuto (Lina, cameriera), Roberto De Francesco (Leonardo, amico di Renato), Andrea Renzi (Leo, amico di Renato), Lucio Amelio (il marchese), Vera Lombardi (Maria Bakunin), Alessandra D’Elia (Stella, fidanzata di Pietro), e con la partecipazione di Lucio Allocca, Toni Bertorelli, Nicola Di Pinto, Franco Iavarone, Antonio Iuorio, Nello Mascia, Enzo Moscato, Vincenzo Salemme, Enzo Salomone, Mario Santella, Sergio Solli, Tonino Taiuti
produzione: Angelo Curti per Teatri Uniti in collaborazione con RAI 3, Banco di Napoli, Ministero Turismo e Spettacolo
produttore associato: Angio Film
distribuzione: Mikado
durata: 108 min.
formato: 35 mm.
anno di produzione: 1992

Il primo di maggio del 1959, nella sala d’aspetto di III classe della stazione di Roma, un uomo maturo e distinto, anche se sporco, trasandato e ubriaco, viene fermato dalla polizia per un controllo: è il matematico napoletano Renato Caccioppoli, professore universitario geniale, eccentrico ed ex comunista, ben noto a Napoli. Avvertito dell’accaduto, il fratello maggiore del professore, Luigi, si occupa subito premurosamente di Renato, cercando di fargli condurre una vita ordinata e di allontanarlo dall’alcool. Luigi e Renato sono molto legati fra loro, anche se tanto diversi, e il giudice vorrebbe che il fratello prendesse libri, quadri o gioielli fra le cose di famiglia che vengono trasportate in un’altra casa. Ma Renato vuole soltanto qualche lettera del celebre Bakunin, che era loro nonno. Egli è evidentemente un uomo amareggiato, solo e infelice, che non crede più in niente: il lavoro non lo interessa, la politica lo ha deluso, il suo matrimonio con Anna è fallito. I due sono divisi da tempo. Tornata a Napoli la donna, in un incontro con l’ex marito, gli confida d’essere incinta di un altro uomo, ma di voler abortire, mentre avrebbe voluto tenere il bambino che aspettava quando era ancora sua moglie. Ella cerca una riconciliazione che il professore rifiuta: entrambi sanno di essersi feriti profondamente, e come ultimo gesto di affetto, Renato lascia ad Anna un ricco assegno, per aiutarla. Fra le lezioni all’università, gli esami, che lo annoiano, lunghe passeggiate di notte per i vicoli di Napoli, incontri con amici e con estranei, il professore trascorre gli ultimi giorni della sua vita. Ritirata la pistola da una cassetta di sicurezza, nella notte si uccide. Lo trova morto la domestica il mattino del 9 maggio. Don Simplicio, l’assistente di Renato, ha ottenuto per lui dalla curia il permesso per i funerali religiosi, e il professore viene sepolto nella cappella di famiglia. Anna piange appartata. Qualcuno ricorda che, al tempo del fascismo, contro il quale Renato parlava troppo apertamente, la madre lo aveva fatto chiudere in un manicomio, per salvarlo dalla prigione. Lo scomodo personaggio, in vita, come in morte, ha turbato la città.

«Ho cercato di rappresentare nel film la doppia natura del rapporto di Renato con Napoli. Da un lato c’è l’enorme generosità con cui essa si dà ai suoi figli, quasi che personaggi quali Renato potessero essere partoriti solo dal ventre di una città così complessa e ricca. Dall’altra parte c’è invece il lato oscuro di Napoli, quello che ti deruba e ti nega ogni consolazione, quando questa ti è necessaria. Credo che molti napoletani siano consapevoli di questa doppia natura. Io la sento profondamente. […]
Ti parlavo prima della doppia natura del rapporto dei napoletani con la loro città. Ecco, sicuramente per questo film si è manifestata la prima di queste due nature, quella generosa. La città si è data continuamente, attraverso le persone, gli ambienti, la luce… Forse, il caso più impressionante è rappresentato dalla scelta dell’interprete per la zia di Renato, Maria Bakunin, personaggio importante drammaturgicamente nella vicenda, ma anche per la memoria storica lasciata a Napoli dal suo modello reale. Avevamo già incominciato le riprese e io non sapevo a chi attribuire quel ruolo. Non mi sembrava giusto appoggiarmi al carisma di una grande “madre” del teatro napoletano per un ruolo così chiaramente alto-borghese, tutto intriso della cultura della sinistra europea. Mi è allora venuta in mente una militante storica della sinistra napoletana, Vera Lombardi, un passato di “passionaria” attualmente consigliere comunale di Democrazia Proletaria. […] I personaggi principali sono stati scritti quasi tutti pensando agli attori che poi li avrebbero interpretati. […]
Sicuramente Carlo (Cecchi) ha con Napoli un rapporto che gli consente di venire considerato una sorta di straniero in patria, come secondo me doveva accadere per Caccioppoli. Questo suo essere dentro e fuori rispetto alla città, mi è parso un tratto molto vicino all’idea di Caccioppoli che ho in mente, anche se lui era napoletano. Inoltre Carlo non è solamente un attore straordinario ma è un regista, un uomo di grande cultura, vicino a quella che doveva avere il nostro protagonista. Renato non era un intellettuale nel senso restrittivo del termine, non un letterato, ma un uomo per il quale la cultura costituiva qualcosa di vivo, una tensione, un prolungamento della propria vita. Da questo punto di vista gli apporti di Carlo sono stati preziosi anche nell’elaborazione dei dialoghi e nell’approfondimenti dei temi. […]
Io pensavo di girare il film in bianco e nero, per vicinanza alla memoria che la mia generazione può avere degli anni Cinquanta. Che è in bianco e nero: dai film alle fotografie… Luca Bigazzi – a cui è affidata la fotografia nel film – dopo lunghissime passeggiate fatte insieme per la città, mi ha proposto di girare a colori, perché era rimasto colpito dal giallo della luce napoletana. Mi ha subito convinto, perché mi è sembrato di cogliere in questo giallo un’altra manifestazione della doppia natura di cui si parlava; il giallo del raggio di sole, elemento di conforto, e quello pallido e polveroso, segno di malatti. […]»
Mario Martone, Estratto da “Filmcritica” n. 425, aprile 1992

Fedora - Milano - 15 ottobre 2022

Regia: Mario Martone
Scenografo: Margherita Palli
Autore: Umberto Giordano
Direttore d’orchestra: Marco Armiliato
Costumista: Ursula Patzak
Coreografo: Daniela Schiavone
Produzione: Teatro alla Scala
Orchestra: Orchestra del Teatro alla Scala
CAST
Fedora Sonya Yoncheva
La Contessa Olga Sukarev Serena Gamberoni
Loris Ipanoff Roberto Alagna
De Siriex George Petean
DimitriCaterina Piva
Un piccolo savoiardoCecilia Menegatti
Desiré Gregory Bonfatti
Rouvel Carlo Bosi
Cirillo Andrea Pellegrini
Boroff Gianfranco Montresor
Gretch Romano Dal Zovo
Lorek Costantino Finucci
Nicola Devis Longo
Sergio Michele Mauro
Michele Ramtin Ghazavi

Nuova produzione del Teatro alla Scala

Rigoletto - Milano - 20 giugno 2022

Rigoletto (Opera)

Musica di Giuseppe Verdi
Direzione d’orchestra Michele Gamba
Regia Mario Martone
Luci Pasquale Mari
Costumi Ursula Patzak
Scenografia Margherita Palli
Coreografia Daniela Schiavone
Coro Coro del Teatro alla Scala
Direzione del coro Alberto Malazzi

CAST

Rigoletto Amartuvshin Enkhbat
Gilda Nadine Sierra
Il Duca di Mantova Piero Pretti
Sparafucile Gianluca Buratto
Maddalena Marina Viotti
Il Conte di Monterone Fabrizio Beggi
La Contessa di Ceprano Andrea Pellegrini/Rosalia Manuela Cid Tarrio
Marullo Costantino Finucci
Matteo Borsa Francesco Pittari
Un paggio Mara Gaudenzi

Informazioni ensemble

Orchestra Orchestra del Teatro alla Scala

Coro Coro del Teatro alla Scala

Nuova produzione del Teatro alla Scala

La Bohème - Roma - aprile 2022

Teatro dell’Opera di Roma – Stagione 2021/22

LA BOHÈME
Opera in quattro quadri
Libretto di Giuseppe Giacosa Luigi Illica,
ispirato al romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de bohème
Musica di Giacomo Puccini

Mimì Federica Lombardi
Musetta Valentina Naforniţă
Rodolfo Jonathan Tetelman
Marcello Davide Luciano
Schaunard Roberto Lorenzi
Colline Giorgi Manoshvili
Benoît Armando Ariostini
Alcindoro Bruno Lazzaretti
Parpignol Vinicio Cecere
Venditore ambulante Giordano Massaro
Sergente dei doganieri Alessandro Fabbri
Doganiere Daniele Massimi
Attori Samuel SalamoneYannick LombotoDavide Celona,
Daniele SavarinoRoberto GalboAngelica Dipace

Orchestra, Coro Coro di voci bianche del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore Michele Mariotti
Direttore del coro Roberto Gabbiani
Istallazione e regia Mario Martone
Costumi Anna Biagiotti
Luci e direzione della fotografia Pasquale Mari
Nuovo allestimento del Teatro all’Opera di Roma – Rai Cultura

Trasmesso su Rai3 l’8 aprile 2022

La traviata - Roma - aprile 2021

Opera in tre atti
Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Francesco Maria Piave
da La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio

Direttore Daniele Gatti
Regia e scene Mario Martone
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Coreografia Michela Lucenti
Costumi Anna Biagiotti
Fotografia Pasquale Mari

 

CAST
Violetta Valéry Lisette Oropesa
Flora Anastasia Boldyreva
Annina Angela Schisano*
Alfredo Germont Saimir Pirgu
Giorgio Germont Roberto Frontali
Gastone Rodrigo Ortiz*
Barone Douphol Roberto Accurso
Marchese d’Obigny Arturo Espinosa*
Dottor Grenvil Andrii Ganchuk**
Un commissario Francesco Luccioni
Domestico di Flora Leo Paul Chiarot
Giuseppe Michael Alfonsi
*Dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
** Diplomato “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Performers Balletto Civile

Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma

Il barbiere di Siviglia - Roma - dicembre 2020

Opera buffa in due atti
Musica Gioachino Rossini
Libretto di Cesare Sterbini
dalla commedia omonima di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais

Direttore Daniele Gatti
Istallazione e regia Mario Martone
Maestro del Coro Roberto Gabbiani 
Costumi Anna Biagiotti 
Luci Pasquale Mari

CAST
Conte d’Almaviva Ruzil Gatin
Rosina Vasilisa Berzhanskaya
Don Bartolo Alessandro Corbelli
Figaro Andrzej Filończyk
Don Basilio Alex Esposito
Berta Patrizia Biccirè
Fiorello Roberto Lorenzi
Ambrogio Paolo Musio
Un notaio Pietro Faiella
Un ufficiale Leo Paul Chiarot
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma
Prima rappresentazione assoluta: Teatro Argentina di Roma, 20 febbraio 1816

Khovanshchina - Milano - febbraio 2019

Musica e libretto di Modest Petrovich Mussorgsky

Direttore d’orchestra Valery Gergiev
Regia Mario Martone
Scene Margherita Palli
Costumi Ursula Patzak
Luci Pasquale Mari
Video designer Umberto Saraceni per Italvideo Service
Coreografie Daniela Schiavone

CAST

Ivan Chovanskij Mikhail Petrenko /Vladimir Vaneev (24 Mar.)
Andrej Chovanskij Sergey Skorokhodov
Vasilij Golicyn Evgeny Akimov
Šaklovityj Alexey Markov
Dosifej Stanislav Trofimov
Marfa Ekaterina Semenchuk
Susanna Irina Vashchenko
Scrivener Maxim Paster
Emma Evgenia Muraveva
Pastor Maharram Huseynov
Varsonof’ev Lasha Sesitashvili
Kuz’ka Sergej Ababkin
Strešnev Sergej Ababkin
First strelec Eugenio Di Lieto
Second strelec Giorgi Lomiseli
Uomo di fiducia del Principe Golitsynli Chuan Wang

Teatro alla Scala, Milano, 27 febbraio 2019

Combattimento di Tancredi e Clorinda - Bassano del Grappa - luglio 2018 - ripresa

di Giorgio Battistelli da Monteverdi

Direttore Marco Angius
Regia Mario Martone
Ripresa da Daniela Schiavone
Costumi Ursula Patzak
Maestro d’armi Renzo Musumeci Greco
maestro collaboratore sostituto Mariachiara Grilli

Orchestra di Padova e del Veneto

Operaestate Festival,Villa Cà Erizzo, Bassano del Grappa, 14 luglio 2018

Le nozze di Figaro - Verona - marzo 2018 - ripresa

Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Libretto di Lorenzo Da Ponte

Direttore d’orchestra Sesto Quatrini
Regia Mario Martone ripresa da Raffaele Di Florio
Scene Sergio Tramonti
Costumi Ursula Patzak
Coreografia Anna Redi
Lighting Design Pasquale Mari ripreso da Fiammetta Baldiserri
Direttore Allestimenti scenici Michele Olcese
Maestro del Coro Vito Lombardi

Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici dell’Arena di Verona
Allestimento del Teatro San Carlo di Napoli

 

CAST

Conte Di Almaviva Christian Senn
Contessa Di Almaviva Francesca Sassu
Susanna Ekaterina Bakanova (31/03, 5/04), Hasmik Torosyan (3, 8/04)
Figaro Gabriele Sagona (31/03, 5/04), Riccardo Fassi (3, 8/04)
Cherubino Aya Wakizono (31/03, 5/04), Raffaella Lupinacci (3, 8/04)
Marcellina Francesca Paola Geretto
Bartolo Bruno Praticò
Basilio Bruno Lazzaretti
Don Curzio Paolo Antognetti
Barbarina Lara Lagni
Antonio Dario Giorgelè

Teatro Flarmonico, Verona, 31 marzo 2018

Falstaff - Berlino - marzo 2018

Falstaff

Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Arrigo Boito

Direttore Daniel Barenboim
Regia Mario Martone
Scene Margherita Palli
Costumi Ursula Patzak
Luci Pasquale Mari
Movimenti coreografici Raffaella Giordano

 

CAST
Sir John Falstaff Michael Volle
Ford Alfredo Daza
Fenton Francesco Demuro
Dr. Cajus Jürgen Sacher
Bardolfo Stephan Rügamer
Pistola Jan Martiník
Mrs. Alice Ford Barbara Frittoli
Nannetta Nadine Sierra
Mrs. Quickly Daniela Barcellona
Mrs. Meg Page Katharina Kammerloher

Staatsopernchor
Staatskapelle Berlin

Berlino, Staatsoper Unter den Linden, 25 marzo 2018

Andrea Chénier - Milano - dicembre 2017

Musica di Umberto Giordano
Libretto di Luigi Illica

Direttore Riccardo Chailly
Regia Mario Martone
Scene Margherita Palli
Costumi Ursula Patzak
Luci Pasquale Mari
Coreografa Daniela Schiavone

CAST

Andrea Chénier Yusif Eyvazov
Maddalena di Coigny Anna Netrebko
Carlo Gérard Luca Salsi
La mulatta Bersi Annalisa Stroppa
La Contessa di Coigny Mariana Pentcheva
Madelon Judit Kutasi
Roucher Gabriele Sagona
Il romanziero, Pietro Fléville, pensionato del Re Costantino Finucci
Fouquier Tinville, accusatore pubblico Gianluca Breda
Il sanculotto Mathieu, detto “populus” Francesco Verna
Un “Incredibile” Carlo Bosi
L’Abate, poeta Manuel Pierattelli
Schmidt, carceriere a San Lazzaro Romano Dal Zovo
Il Maestro di Casa/Dumas, presidente del Tribunale di Salute Pubblica Riccardo Fassi

07 dicembre 2017
Apertura della stagione 2017-2018 del Teatro alla Scala di Milano

Torvaldo e Dorliska - Pesaro, Rossini Opera Festival, agosto 2017

Dramma semiserio di Cesare Sterbini
Direttore Francesco Lanzillotta
Regia Mario Martone
Scene Sergio Tramonti
Costumi Ursula Patzak
Assistente alla regia Daniela Schiavone

CAST

Duca d’Ordow Nicola Alaimo
Dorliska Salome Jicia
Torvaldo Dmitry Korchak
Giorgio Carlo Lepore
Carlotta Raffaella Lupinacci
Ormondo Filippo Fontana

Coro del Teatro della Fortuna M. Agostini
Maestro del Coro Mirca Rosciani

Orchestra Sinfonica G. Rossini

una produzione del 2006 del Rossini Opera Festival

10 agosto 2017, Pesaro, Rossini Opera Festival

Così fan tutte – Palma di Mallorca – aprile 2017 – ripresa

opera buffa in due atti

Musica Wolfgang Amadeus Mozart
Libretto Lorenzo Da Ponte

Direttore Domenico Longo
Regia Mario Martone
Assistente alla regia Raffaele Di Florio
Scene Sergio Tramonti
Costumi Ursula Patzak
Luci Pasquale Mari
Assistente alle scene Sandra Viktoria Mueller

 

CAST

Fiordiligi Carmen Romeu
Dorabella Carol García
Guglielmo Joan Martín Royo
Ferrando Giorgio Misseri
Despina Susana Cordón
Don Alfonso Simón Orfila

Orchestra Sinfónica de las Islas Baleares
Coro del Teatre Principal de Palma

Palma di Mallorca, 2 aprile 2017, Teatr Principal di Palma

Cavalleria Rusticana – Sancta Susanna – Parigi – novembre 2016

Melodramma in un atto

Musica Pietro Mascagni
Libretto Giovanni Targioni-Tozzetti, Guido Menasci

Direttore Carlo Rizzi
Regia Mario Martone
Scene Sergio Tramonti
Costumi Ursula Patzak
Luci Pasquale Mari
Assistente alla regia Daniela Schiavone
Maestro del Coro José Luis Basso

Produzione del Teatro alla Scala, Milano

 

CAST

Santuzza Elīna GarančaElena Zhidkova
Turiddu Yonghoon LeeMarco Berti
Lucia Elena Zaremba
Alfio Vitaliy Bilyy
Lola Antoinette Dennefeld

Sancta Susanna - novembre 2016

Opera in un atto

Musica Paul Hindemith
Libretto August Stramm

Direttore Carlo Rizzi
Regia Mario Martone
Scene Sergio Tramonti
Costumi Ursula Patzak
Luci Pasquale Mari
Coreografia Raffaella Giordano
Maestro del Coro José Luis Basso

 

CAST

Susanna Anna Caterina Antonacci
Klementia Renée Morloc
Alte Nonne Sylvie Brunet-Grupposo

Orchestra e coro dell’Opéra national de Paris

 

Parigi, Opéra Bastille, dal 30 novembre al 23 dicembre 2016

 

Rassegna stampa: le Figaro_Opéra de Paris : quand le lyrique traite du désir_François Delétraz

La cena delle beffe - aprile 2016

Opera in quattro atti di Umberto Giordano

 

Orchestra del Teatro alla Scala
Nuova produzione Teatro alla Scala

Direttore Carlo Rizzi
Regia Mario Martone
Scene Margherita Palli
Costumi Ursula Patzak
Luci Pasquale Mari

CAST

Giannetto Malespini Marco Berti
Ginevra Kristin Lewis
Neri Chiaramantesi Nicola Alaimo
Gabriello Chiaramantesi Leonardo Caimi
Il Tornaquinci Luciano Di Pasquale
Il Calandra Giovanni Romeo
Fazio Frano Lufi
Il Trinca Francesco Castoro
Il Dottore Bruno de Simone
Lapo, Un cantore Edoardo Milletti
Lisabetta Jessica Nuccio
Laldomine Chiara Tirotta
Fiammetta Federica Lombardi
Cintia Chiara Isotton

Milano, Teatro alla Scala, dal 3 aprile al 7 maggio 2016.

 

The Bassarids

Musica di Hans Werner Henze
Opera seria in un atto
Libretto di W.H. Auden e Chester Kallman
da Le Baccanti di Euripide

 

direttore Stefan Soltesz
regia Mario Martone
maestro del coro Roberto Gabbiani
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
movimenti coreografici Raffaella Giordano
luci Pasquale Mari

 

Cast

Dionysus Ladislav Elgr
Pentheus Russell Braun
Cadmus Mark S. Doss
Tiresias Erin Caves
Capitano della guardia reale Andrew Schroeder
Agave Veronica Simeoni
Autonoe Sara Hershkowitz
Beroe Sara Fulgoni

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera

Nuovo allestimento Prima rappresentazione a Roma
In lingua originale con sovratitoli in italiano e inglese

Le nozze di Figaro - settembre 2015

Commedia per musica in quattro atti. Musica di Wolfgang Amadeus Mozart. Libretto di Lorenzo Da Ponte, dalla commedia Le Mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais.
Prima rappresentazione: Vienna, Burgtheater, 1 maggio 1786

regia Mario Martone
ripresa da Raffaele di Florio
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
light designer Pasquale Mari
maestro del coro Dario Grandini
coro OperaLombardia
orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
coproduzione Teatri di OperaLombardia
Allestimento del Teatro San Carlo di Napoli

Contessa Federica Lombardi
Conte Vincenzo Nizzardo
Susanna Lucrezia Drei
Figaro Andrea Porta
Cherubino Cecilia Bernini
Bartolo Francesco Milanese
Marcellina
Marigona Qerkezi
Basilio Matteo Macchioni, Ugo Tarquini
Curzio Ugo Tarquini, Matteo Macchioni
Barbarina Giulia Bolcato
Antonio Carlo Checchi

Maestro concertatore al clavicembalo Stefano Montanari

Date della tournée:
Como, Teatro Sociale: 24 e 26 settembre
Cremona, Teatro Ponchielli: 16 e 18 ottobre
Brescia, Teatro Grande: 23 e 25 ottobre
Pavia, Teatro Fraschini: 29 e 31 ottobre
Bergamo, Teatro Donizetti: 6 e 8 novembre

Cavalleria rusticana - Pagliacci - giugno 2015

Cavalleria rusticana – Pagliacci
Pietro Mascagni – Ruggero Leoncavallo

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala Coro di Voci Bianche del Teatro alla Scala Produzione Teatro alla Scala
Dal 12 al 23 Giugno 2015

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Tra le ultime nuove produzioni della Scala particolare consenso di pubblico ha avuto l’accoppiata dei due celebri atti unici rivisitati dalla regia di Mario Martone. Nuova e antica insieme l’ambientazione di Cavalleria, con il bordello, il tronco colossale di un albero segato alla base, la platea di sedie di una chiesa, luogo di occhiate e sussurri maldicenti. Egualmente toccante la trasposizione dei Pagliacci in una squallida periferia moderna, un accampamento di girovaghi e giostrai ai margini di una rampa autostradale, forse interrotta. La ripresa del fortunato spettacolo si giova di un cast vocale d’eccezione con Violeta Urmana in Cavalleria e con Fiorenza Cedolins e Marco Berti in Pagliacci. Dirige uno specialista internazionale d’opera italiana come Carlo Rizzi.

Direzione
Direttore Carlo Rizzi
Regia Mario Martone
Scene Sergio Tramonti
Costumi Ursula Patzak
Luci Pasquale Mari

Cast Cavalleria rusticana
Santuzza Violeta Urmana
Lola Oksana Volkova
Turiddu Stefano La Colla
Alfio Marco Vratogna
Mamma Lucia Mara Zampieri
Una voce Patrizia Molina (12, 15, 17 giu.), Amor Lilia Perez Lopez (20, 23 giu.)

Cast Pagliacci
Nedda Fiorenza Cedolins
Canio Marco Berti
Tonio Marco Vratogna
Beppe Juan José de León
Silvio Simone Piazzola
Un contadino Bruno Gaudenzi
Altro contadino Michele Mauro

Macbeth - Giuseppe Verdi - Parigi, maggio 2015

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Prima assoluta Théâtre des Champs-Élysées – 4 maggio 2015
Opera in quattro atti (versione del 1865)
Libretto di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei, a partire dalla tragedia omonima di William Shakespeare

direzione Daniele Gatti  
regia e scenografia Mario Martone
costumi Ursula Patzak  
coreografia Raffaella Giordano 
disegnatore luci Pasquale Mari  

Macbeth Roberto Frontali 
Lady Macbeth Susanna Branchini 
Banquo Andrea Mastroni 
Macduff Jean-François Borras 
La dame d’honneur de Lady Macbeth Sophie Pondjiclis 
Malcolm Jérémy Duffau 

Orchestra Nazionali di Francia
Coro di Radio France – direzione di Stéphane Petitjean

www.theatrechampselysees.fr

Aureliano in Palmira - Gioacchino Rossini - Pesaro, agosto 2014

dramma serio per musica di Giuseppe Felice Romani
Edizione Critica Fondazione Rossini/Casa Ricordi, a cura di Will Crutchfield
direttore Will Crutchfield
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
progetto Luci Pasquale Mari

Interpreti
Aureliano Michael Spyres
Zenobia Jessica Pratt
Arsace Lena Belkina
Publia Raffaella Lupinacci
Oraspe Dempsey Rivera
Licinio Sergio Vitale
Gran Sacerdote Dimitri Pkhaladze
Un Pastore Raffaele Costantini
Coro Del Teatro Comunale Di Bologna
Maestro del Coro Andrea Faidutti
Orchestra Sinfonica G. Rossini

Pesaro, Rossini Opera Festival, 12, 15, 18 e 22 agosto 2014 

 

 

The Prodigal Son - Benjamin Britten - Roma, luglio 2014

Musica di Benjamin Britten
Parabola da Chiesa
Libretto di William Plomer
direttore James Conlon
regia e scene Mario Martone
maestro del coro Roberto Gabbiani
costumi Ursula Patzak
Luci Pasquale Mari
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera

Cast
Tempter/Abbot Matthew O’Neill
The Father James Creswell
The Younger Son Ladislav Elgr
The elder Son Liam Bonner
Young Servant and Distant Voices (Allievi della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera diretta da José Maria SciuttoClaudio Bassetti, Claudio Coltellacci, Giovanna Deriu, Sueth Greco, Lorenza Masi, Annamaria Milo, Viola Minio Paluello, Marta Pacifici, Micol Piazza, Carolina Taruffi

Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, 4 luglio 2014

Cavalleria Rusticana - Pietro Mascagni - Milano, gennaio 2014 - ripresa

musica di Pietro Mascagni
libretto di G. Menasci, Giovanni Targioni Tozzetti
allestimento Teatro alla Scala

Cast
Santuzza Lyudmila Monstyrska
Lola Valeria Tornatore
Turiddu Jorge De León
Alfio Vitaliy Bilyy
Lucia Elena Zilio

direttore Daniel Harding
direttore dell’allestimento scenico Franco Malgrande
direttore dell’organizzazione della produzione Andrea Valioni
maestro del coro Bruno Casoni
regista Mario Martone
regista collaboratore Lorenza Cantini
assistente alla regia Maria Paola Oreglia
scenografo Sergio Tramonti
direttore di scena Andrea Boi
realizzatore delle scene Angelo Lodi
costumista Ursula Patzak
ideatore luci Pasquale Mari
direzione del corpo di ballo Makhar Vaziev
maître principale Laura Contardi
realizzatore luci Valerio Tiberi
Orchestra Orchestra Della Scala
coro Coro Della Scala
coordinatore del Corpo di ballo Marco Berrichillo
maître e professeur Olga Chenchikova, Lienz Chang
professeur Vladimir Derevianko
maestro collaboratore di sala Massimiliano Bullo
altro maestro collaboratore di sala Paolo Berrino, Stefano Salvatori
maestro rammentatore Marco Munari
maestro collaboratore palcoscenico Beatrice Benzi, Ovidio Pratissoli
maestro alle luci Ilaria Morotti
maestro collaboratore Paolo Piazza, Marcello Spaccarotella
maestro ai video libretti Massimiliano Carraro, Roberto Perata, Stefano Colnaghi
altro maestro del coro Alberto Malazzi
maestro collaboratore al coro Marco De Gaspari, Salvo Sgrò
responsabile archivio musicale Cesare Freddi
capo reparto macchinisti Cosimo Prudentino
capo reparto scultura Venanzio Alberti
capo reparto sartoria Cinzia Rosselli
responsabile del servizio parrucche e trucco Francesco Restelli
responsabile del servizio calzoleria Alfio Pappalardo
capo reparto elettricisti Roberto Parolo
capo reparto costruzioni Roberto De Rota
capo reparto attrezzeria Luciano Di Nicuolo
capo reparto meccanici Castrenze Mangiapane
fonica Nicola Urru

Milano, Teatro alla Scala, 12 gennaio 2014

Fidelio - Ludwig van Beethoven - Liegi, gennaio-febbraio 2014 - ripresa

maestro Paolo Arrivabeni
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
luci Nicolas Bovey
maestro del coro Marcel Seminara
Orchestra e coro Opéra Royal de Wallonie-Liège

Cast
Leonore Jennifer Wilson
Florestan Zoran Todorovich
Rocco Franz Hawlata
Marzelline Cinzia Forte
Jaquino Yuri Gorodetski
Don Pizarro Thomas Gazheli
Don Fernando Laurent Kubla
1st prisoner Xavier Petithan
2nd prisoner Alexei Gorbatchev

Dal 31/01/2014 all’11/02/2014 all’Opera Royal de Wallonie Liège

 

Curlew River, a Parable for Church Performance - Benjamin Britten - Roma, giugno 2013

libretto William Plomer
musica Benjamin Britten
direttore James Conlon
regia Mario Martone
costume Ursula Patzak
luci Pasquale Mari
interpreti Benjamin Hulett, Phillip Addis, Anthony Michaels-Moore, Derek Welton, Laura Catrani
maestro del coro Roberto Gabbiani
Orchestra e Coro del Teatro Costanzi di Benjamin Britten, va in scena giovedì alle 21 nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli
produzione Teatro dell’Opera in collaborazione con il Vicariato di Roma per la rassegna «Una porta verso l’Infinito»

Roma, Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, 27 giugno 2013

Oberto conte di San Bonifacio - Giuseppe Verdi - Milano, aprile 2013

melodramma in due atti di Temistocle Solera
musica Giuseppe Verdi
direttore Riccardo Frizza
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
luci Marco Filibeck dal progetto di Pasquale Mari
interpreti Fabio Sartori, Sonia Ganassi, Maria Agresta, Michele Pertusi, Adrian Sampetrean, José Maria Lo Monaco
maestro del coro Bruno Casoni
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
produzione Teatro alla Scala

Milano, Teatro alla Scala, 17 aprile 2013

Matilde di Shabran – Gioacchino Rossini – Pesaro, agosto 2012 – ripresa

Melodramma giocoso di Giacomo Ferretti
Edizione critica della Fondazione Rossini,
in collaborazione con Casa Ricordi,
a cura di Jürgen Selk
direttore Michele Mariotti
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
progetto luci Pasquale Mari
aiuto regista Daniela Schiavone

Cast
Matilde Di Shabran Olga Peretyatko
Edoardo Anna Goryachova
Raimondo Lopez Marco Filippo Romano
Corradino Juan Diego Flórez
Ginardo Simon Orfila
Aliprando Nicola Alaimo
Isidoro Paolo Bordogna
Contessa d’Arco Chiara Chialli
Egoldo Giorgio Misseri
Rodrigo Ugo Rosati, Luca Visani
Orchestra e coro del Teatro Comunale Di Bologna
in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Di Bologna
maestro del coro Lorenzo Fratini
Produzione 2004, riallestimento

Pesaro, Adriatic Arena, 11, 14, 17 e 20 agosto 2012

 

Luisa Miller - Giuseppe Verdi - Milano, giugno 2012

melodramma tragico in tre atti su libretto di Salvatore Cammarano
musica Giuseppe Verdi
direttore Gianandrea Noseda
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
luci Pasquale Mari
interpreti Vitalij Kowaljow, Marcelo Álvarez, Daniela Barcellona, Kwangchuk Youn, Leo Nucci, Elena Mosuc, Valeria Tornatore, Jihan Shin
maestro del coro Bruno Casoni
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
produzione  Teatro alla Scala

Milano, Teatro alla Scala, 6 giugno 2012

 

 

Le nozze di Figaro – Wolgang Amadeus Mozart – Bologna, giugno 2012

direttore Michele Mariotti
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
luci Palsquale Mari
coreografia Anna Redi
assistente alla regia Raffaele di Florio
maestro del coro Lorenzo Fratini
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Allestimento Teatro San Carlo

Cast
Il Conte d’Almaviva Simone Alberghini
La Contessa d’Almaviva Carmela Remigio
Susanna Cinzia Forte
Figaro Nicola Ulivieri
Cherubino Marina Comparato
Basilio Mert Süngü
Bartolo Bruno Praticò
Marcellina Tiziana Tramonti
Barbarina Cristiana Arcari
Antonio Nicolò Ceriani
Don Curzio Saverio Bambi
Due contadine Silvia Calzavara, Roberta Sassi

17-28 giugno, Teatro Comunale di Bologna

 

 

 

Fidelio – Ludwig van Beethoven – Torino, dicembre 2011

opera in due atti di Jospeh Ferdinand Sonnleithner e Georg Friedrich Treitschke
dal dramma Léonore (ou L’Amour conjugal) di Jean-Nicolas Bouilly

musica Ludwig van Beethoven
direttore Gianandrea Noseda
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
luci Nicolas Bovey
assistente alla regia Paolo Rota
maestro del coro Claudio Fenoglio
interpreti Ricarda Merbeth, Ian Storey, Lucio Gallo, Franz Hawlata, Thomas Gazheli, Steven Humes, Talia Or, Alexander Kaimbacher, Robert Holzer, Matthew Pena, Vladimir Jurlin
Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino
produzione Teatro Regio di Torino in coproduzione con Opéra Royal de Wallonie (Liegi)

Torino, Teatro Regio, 9 dicembre 2011

 

Pagliacci – Cavalleria Rusticana – Milano, gennaio 2011

Pagliacci

melodramma in un prologo e due atti di Ruggero Leoncavallo
musica Ruggero Leoncavallo

 

 

Cavalleria Rusticana

 

melodramma in un atto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci
dalla novella omonima di Giovanni Verga

musica Pietro Mascagni
direttore Daniel Harding
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
luci Pasquale Mari

interpreti (Pagliacci)
Oksana Dyka, José Cura, Ambrogio Maestri, Celso Albelo, Mario Cassi

interpreti (Cavalleria rusticana)
Lucio D’Intino, Giuseppina Piunti, Salvatore Licitra, Claudio Sgura, Elena Zilio

maestro del coro Bruno Casoni
Orchestra e coro del Teatro alla Scala

Milano, Teatro alla Scala, 16 gennaio 2011

Otello – Giuseppe Verdi – Tokyo, settembre 2009

dramma lirico in quattro atti di Arrigo Boito da William Shakespeare
musica Giuseppe Verdi
regia Mario Martone
direttore Riccardo Frizza
scene Margherita Palli
costumi Ursula Patzak
luci Kawaguchi Masahiro
interpreti Stephen Gould, Tamar Iveri, Lucio Gallo, Tsumaya Hidekazu, Blagoj Nacoski, Moriyama Kyoko, Uchiyama Shingo, Kubota Masumi, Tang Jun Bo
orchestra Tokyo Phliharmonic Orchestra
coro New National Theatre Chorus
produzione New National Theatre Tokyo Opera House
in collaborazione con Rinaldo Rinaldi Sas-Teatro Comunale «Luciano Pavarotti» di Modena

Tokyo, 20 settembre 2009

Falstaff – Giuseppe Verdi – Parigi, giugno 2008

commedia lirica in tre atti di Arrigo Boito da Le allegre comari di Windsor di William Shakespeare
musica Giuseppe Verdi
direttore Daniele Gatti
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
luci Pasquale Mari
Orchestra Nazionale di Francia, Coro del Théâtre des Champs-Élysées
interpreti Alessandro Corbelli, Anna Caterina Antonacci, Francesco Meli, Caitlin Hulcup, Amel Brahim-Djelloul, Federico Sacchi, Marie-NicolenLemieux, Ludovic Tézier, Enrico Facini, Patrizio Saudelli
produzione Théâtre des Champs-Élysées

Théâtre des Champs-Élysées, 23 giugno 2008
L’opera è stata ripresa al Théâtre des Champs-Élysées nel 2010

Antigone – Ivan Fedele – Firenze, aprile 2007

opera in un atto di Giuliano Corti
musiche Ivan Fedele
direttore Michel Tabachnik
regia Mario Martone
scene e costumi Sergio Tramonti
luci Pasquale Mari
live electronics Thierry Coduys
direttore dell’allestimento Massimo Teoldi
maestro del coro Piero Monti
Orchestra e Coro del Maggio musicale fiorentino
interpreti Monica Bacelli, Chiara Taigi, Roberto Abbondanza, Bruno Lazzaretti, Mirko Guadagnino, Martin Oro
produzione Maggio musicale fiorentino

Prima assoluta Firenze, Teatro Comunale, 24 aprile 2007
Premio Abbiati 2007 a Mario Martone per la regia

 

Torvaldo e Dorliska – Gioacchino Rossini – Pesaro, agosto 2006

dramma semiserio di Cesare Sterbini
musica di Gioacchino Rossini
edizione critica Fondazione Rossini/Ricordi, a cura di Francesco Paolo Russo
direttore Victor Pablo Pérez
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
progetto luci Cesare Accetta
Coro da camera di Praga
maestro del coro Lubomír Màtl
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
interpreti Michele Pertusi, Darina Takova, Francesco Meli, Bruno Praticò, Jeannette Fischer, Simone Alberghini
produzione Rossini Opera Festival

Pesaro, Teatro Rossini, 7 agosto 2006

Le nozze di Figaro – Wolfgang Amadeus Mozart – Napoli, marzo 2006

commedia per musica in quattro atti di Lorenzo Da Ponte della commedia La folle journée ou le mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
musica Wolfgang Amadeus Mozart
direttore Jeffrey Tate
riallestimento direttore Michele Mariotti
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Ursula Patzak
luci Pasquale Mari
coreografia Anna Redi
assistente alla regia Raffaele di Florio
maestro del coro Marco Ozbic
riallestimento maestro del coro Lorenzo Fratini
Orchestra, Coro e corpo di ballo del Teatro di San Carlo
riallestimento Orchestra Coro del Teatro Comunale di Bologna

interpreti
Pietro Spagnoli, Carmela Remigio, Simon Orfila, Cinzia Rizzone, Domenico Colaianni, Bruno Lazzaretti, Aldo Orsolini, Paola Cigna, Gianluca Ricci, Cristina Casillo, Annamaria Napolitano

interpreti (riallestimento)
Simone Alberghini, Carmela Remigio, Nicola Ulivieri, Cinzia Forte, Marina Comparato, Bruno Praticò, Tiziana Tramonti, Mert Sungu, Nicolò Ceriani, Saverio Bambi, Cristiana Arcari, Silvia Calzavara, Roberta Sassi

Napoli, Teatro San Carlo, 14 marzo 2006

riallestimento
Bologna, Teatro Comunale, 17 giungo 2012

Combattimento di Tancredi e Clorinda – Claudio Monteverdi – Ravello, luglio 2005

di Claudio Monteverdi, con inserti di Giorgio Battistelli (Edizioni musicali Ricordi)
libretto di Giorgio Battistelli e Mario Martone
ispirato all’VIII libro dei «Madrigali guerrieri e amorosi» di Claudio Monteverdi
direttore Erasmo Gaudiomonte
spazio e regia Mario Martone
Luci Pasquale Mari
costumi Ursula Patzak
maestro d’armi Renzo Musumeci Greco
regia del suono Alvise Vidolin
orchestra Ensemble Ravello Festival
riallestimento Orchestra dell’Opera di Roma
produzione Ravello Festival in collaborazione con Pav snc
delegato di produzione Claudia Di Giacomo, Roberta Scaglione
interpreti Roberto Abbondanza, Crostina Zavalloni, Lorenzo Carola

Prima rappresentazione assoluta
Ravello, Villa Rufolo, 30 luglio 2005

riallestimento
Roma, Palestra Orientale delle Terme di Caracalla, 10 luglio 2012

Un Ballo in maschera – Giuseppe Verdi – Londra, aprile 2005

di Antonio Somma, dal libretto di Eugène Scribe per Daniel Auber Gustave III, ou Le Bal masqué
musica Giuseppe Verdi
direttore Antonio Pappano
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Bruno Schwengl
luci Cesare Accetta
direttore del coro Renato Balsadonna
Orchestra e Coro del Royal Opera House, Convent Garden
produzione Royal Opera House, Convent Garden
interpreti Giovan Battista Parodi, Matthew Rose, Camilla Tilling, Marcelo Alvarez, Thomas Hampson, Andrew Kennedy, Elisabetta Fiorillo, Jared Holt, Karita Mattila, Neil Gillespie

Londra, Royal Opera House, Convent Garden, 12 aprile 2005

L’opera è stata ripresa al Teatro Carlo Felice di Genova nel 2006, al Teatro Real di Madrid nel 2008, al Convent Garden di Londra nel 2009

Matilde di Shabran – Gioacchino Rossini – Pesaro, agosto 2004

melodramma giocoso di Giacomo Ferretti Edizioni critica della Fondazione Rossini, in collaborazione con Casa Ricordi, a cura di Jürgen Selk
musica Gioacchino Rossini
direttore Riccardo Frizza
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
progetto luci Pasquale Mari
costumi Ursula Patzak
Coro da Camera di Praga
Maestro del Coro Lubomír Màtl
Orquesta Sinfónica de Galicia
riallestimento direttore Michele Mariotti
riallestimento maestro del coro Lorenzo Fratini
riallestimento Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
interpreti Annick Massis, Hadar Halevy, Bruno Taddia, Juan Diego Flórez, Carlo Lepore, Marco Vinco, Bruno de Simone, Chiara Chialli, Gregory Bonfatti, Lubomír Moraveccon
riallestimento Olga Peretyatko, Anna Goryachova, Marco Filippo Romano, Juan Diego Florez, Simon Orfila, Nicola Alaimo, Paolo Bordogna, Chiara Chialli, Giorgio Misseri, Ugo Rosati, Luca Visani
produzione Rossini Opera Festival

Pesaro, Teatro Rossini, 8 agosto, 2004

Riallestimento
Pesaro, Adriatic Arena, 14 agosto 2012

L’opera è stata ripresa nel 2008 al Convent Garden di Londra

Premio Abbiati 2004 a Mario Martone per la regia

Don Giovanni – Wolfgang Amadeus Mozart – Napoli, dicembre 2002

di Lorenzo Da Ponte
musica Wolfgang Amadeus Mozart
maestro concertatore e direttore Gabriele Ferro
regia Mario Martone
scene e costumi Sergio Tramonti
luci Pasquale Mari
movimenti coreografici Anna Redi, Giovanna Summo
maestro del coro Ciro Visco
interpreti Ildebrando D’Arcangelo, Riccardo Ferrari, Mariella Devia, Massimo Giordano, Anna Caterina Antonacci, Andrea Concetti, Gianpiero Ruggeri, Elizabeth Norberg-Schultz
produzione Teatro di San Carlo di Napoli

Napoli, Teatro di San Carlo, 12 dicembre 2002

Premio della Critica musicale italiana «Franco Abbiati» a Ildebrando D’Arcangelo
Premio L’Opera Award come migliore spettacolo, migliore regia, miglior basso (Ildebrando D’Arcangelo)

Lulu – Alban Berg – Palermo, gennaio 2001

di Alban Berg
maestro concertatore e direttore Stefan Anton Reck
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Guido Crepax
luci Pasquale Mari
interpreti Anat Efraty, Jürgen Linn, Ian Storey, Theo Adam, Doris Soffel
produzione Teatro Massimo di Palermo

Palermo, Teatro Massimo, 24 gennaio 2001

 

Così fan tutte – Wolgang Amadeus Mozart – Ferrara, febbraio 2000 – ripresa

dramma giocoso in due atti di Lorenzo Da Ponte
musica Wolgang Amadeus Mozart
maestro concertatore e direttore Claudio Abbado
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Vera Marzot
luci Pasquale Mari
interpreti Andrea Concetti, Nicola Ulivieri, Charles Workman, Melanie Diener, Anna Caterina Antonacci, Daniela Mazzuccato

Ferrara, Teatro Comunale, 8 febbraio 2000

Ripresa il 17 febbraio 2004
interpreti Ruggero Raimondi, Nicola Ulivieri, Charles Workman, Rachel Harnish, Anna Caterina Antonacci, Daniela Mazzuccato

 

 

Così fan tutte – Wolgang Amadeus Mozart – Napoli, marzo 1999

dramma giocoso in due atti di Lorenzo Da Ponte
musica Wolfgang Amadeus Mozart
maestro concertatore e direttore Jonathan Darlington
regia Mario Martone
scene Sergio Tramonti
costumi Vera Marzot
luci Pasquale Mari
interpreti Barbara Frittoli, Anna Caterina Antonacci, Donald George, Natale De Carolis, Daniela Mazzuccato, Alessandro Corbelli
produzione Teatro di San Carlo di Napoli

Napoli, Teatro di San Carlo, 20 marzo 1999

Veglia – Pasquale Scialò – Benevento, settembre 1992

Oratorio per soli, sestetto vocale e orchestra da camera
da un’idea di Mimmo Paladino
libretto di Giuseppe Conte
musica Pasquale Scialò
maestro concertatore e direttore Eugenio Ottieri
regia Mario Martone
costumi e spazio scenico Mimmo Paladino
luci Pasquale Mari
interpreti Rosalba Colosimo, Adria Mortari, Giuseppe De Vittorio, Giulio Liguori, Shawn Harrison Logan, Patrizia Donadio, Alessandra Lanzetta, Mariella Mazza, Guido Ferretti, Sergio Petrarca, Mark Weir
produzione a.te.c. produzioni

Benevento, 4 settembre 1992

Charlotte Corday – Lorenzo Ferrero – Roma, febbraio 1989

Opera in tre atti di Lorenzo Ferrero
libretto di Giuseppe Di Leva
maestro concertatore e direttore Roberto Abbado
maestro del coro Alfredo D’Angelo
regia Mario Martone
scene e costumi Francesco Zito
interpreti Elena Mauti Nunziata, Roberto Scandiuzzi, Giuseppe Sabbatini, Antonio Salvatori
produzione Teatro dell’Opera di Roma

Roma, Teatro dell’Opera, 21 febbraio 1989

Oedipus Rex – Igor Stravinskij – Gibellina, luglio 1988

di Jean Cocteau da Sofocle
traduzione latina Jean Daniélou
musica Igor Stravinskij
Orchestra Sinfonica Siciliana diretta da Gabriele Ferro
New London Opera Chorus diretto da Timothy Lole
regia Mario Martone
scene Pietro Consagra
costumi Gaetano Cipolla
luci Pasquale Mari
interpreti Francesco Citti, Horst L. Laubenthal, Brigitte Balleys, Vladimir De Kanel, Boris Carmeli, Andrea Snarski, Mario Bolognesi
produzione Orestiadi di Gibellina in coproduzione con E. A. Orchestra Sinfonica Siciliana

Ruderi di Gibellina, 1 luglio 1988

La vedova allegra – Franz Lehar – Napoli, febbraio 1985

di Victor Leon e Leo Stein
musica Franz Lehar
maestro concertatore e direttore Daniel Oren
coro diretto Giacomo Maggiore
regia Mauro Bolognini
coreografie Roberto Fascilla
scene Lino Fiorito, Mario Martone
costumi Pietro Tosi
interpreti Angelo Casertano, Max René Cosotti, Giovanni De Angelis, Giovanna Di Rocco, Scilli Fortunato, Raina Kabaivanska, Daniela Mazzuccato, Mikael Melbye, Carlo Micalucci, Silvano Pagliuca, Elio Pandolfi, Eva Ruta, Eva Snarskij, Nicola Troisi
Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo e «Can can Ensemble» di Parigi
produzione Teatro di San Carlo di Napoli

Napoli, Teatro di San Carlo, 22 febbraio 1985

Category
regia